Storia di Miguel Indurain Larraya

Dominatore delle corse a tappe, Miguel Indurain ha vinto cinque Tour de France consecutivi e ha realizzato la doppietta Giro-Tour. Pur essendo fortissimo in montagna, l'arma in più di Indurain sono sempre state le cronometro.
La passione di Miguel Indurain per il ciclismo nasce in maniera abbastanza casuale, durante gli allenamenti sui 26 km tra Villava ed Elloriz, il paese di sua madre. A undici anni vince la sua prima corsa ufficiale, vestendo i colori del Club Ciclista Villavès. La frase con cui Indurain descrive il premio di questo suo primo successo è entrata nella leggenda: "Un bocadillo y una Fanta, y eso me gustò" (Un panino e una Fanta sono bastati a farmi contento). Dopo la vittoria nel Campionato nazionale dei dilettanti nel 1983 passa professionista nel settembre 1984 e da allora milita sempre nello stesso gruppo sportivo, che prima risponde al nome di Reynolds e poi di Banesto, guidato da Josè Miguel Echavarri.
La prima vittoria di Indurain tra i professionisti è una frazione al Tour de L'Avenir, gara a tappe che conquista poi due anni dopo, nel 1986. Cresce intanto all'ombra di un grande maestro come Pedro Delgado, di cui è per qualche anno fedele scudiero, aiutandolo nella conquista del Tour de France del 1988. Dopo cinque anni di esperienza, ritiri programmati e successi di tappa nel 1989 e nel 1990, l'allievo supera il maestro nel corso del Tour de France del 1991: Indurain, diventato capitano, vince dominando le due cronometro (ad Alencon e a Macon) e soprattutto in virtù di una azione offensiva nella tappa pirenaica di Val Louron al fianco di Claudio Chiappucci. Si apre l'era Indurain.
Nel 1992 Indurain fa il suo esordio nel Giro d'Italia e lo vince annichilendo la concorrenza degli italiani nella cronometro di Sansepolcro. Al Tour il copione si ripete: sbaraglia gli avversari nella crono di Lussemburgo e amministra il vantaggio sulle montagne. L'anno dopo bissa l'accoppiata Giro-Tour, eguagliando campioni come Anquetil, Coppi, Merckx, Hinault e Roche. Grazie alle sue prestazioni a cronometro e all'incredibile regolarità centra il filotto di cinque vittorie nel Tour, impresa non riuscita nemmeno a Merckx, Hinault e Anquetil, gli altri tre campioni che hanno realizzato la cinquina alla corsa francese, ma eguagliata nel 2003 dall'americano Armstrong.
Questi successi sono frutto di straordinarie qualità atletiche (capacità anaerobica, potenza muscolare, risorse di recupero dello sforzo) e di uno spiccato senso tattico, che lo porta spesso a cedere i successi parziali di tappa per assicurasi quelli in classifica generale. La sua maniera di padroneggiare la corsa e il suo savoir faire gli procurano così il soprannome di "signore del Tour". I detrattori criticano però la sua condotta di gara al risparmio. A tal proposito Indurain ha affermato: " Dicono che non ho mai fatto un'impresa. Perché forare il muro con un dito se c'è il trapano? Il Signore moltiplicò i pani e i pesci perché non aveva scelta, non per darsi delle arie... ". Oltre al Tour e al Giro Indurain vanta due Parigi-Nizza, due Giri di Catalogna e numerose altre brevi prove a tappe, un secondo posto alla Vuelta di Spagna del 1991 e un terzo al Giro del 1994.
La convinzione che Indurain sia solo un atleta da corse a tappe va rivista alla luce dei suoi piazzamenti nelle classiche a cui ha puntato. Sono suoi infatti la Classica di San Sebastian nel 1990 e tre podi ai Campionati del Mondo: un terzo posto a Stoccarda nel 1991 e due secondi, nel 1993 a Oslo dietro l'americano Lance Armstrong, e nel 1995 a Duitama, in Colombia, beffato dal connazionale Abraham Olano. Indurain conta nel suo palmares anche il Mondiale a cronometro nel 1995 e il record dell'ora di 53,040 km stabilito nel velodromo di Bordeaux il 2 settembre 1994 (anche se poi annullato dall'UCI).
Dopo la mezza delusione del Mondiale colombiano, Indurain fallisce un nuovo tentativo di record dell'ora a Bogotà e nel 1996 viene detronizzato al Tour de France dal danese Bjarne Rijs. Seguono un ritiro alla Vuelta e la mancata partecipazione al Campionato del Mondo. Il Navarro decide così di porre fine alla propria carriera suggellandola con la medaglia olimpica nella prova a cronometro conquistata ad Atlanta, per dedicarsi alla famiglia.
Indurain dopo il suo ritiro nel gennaio del 1996 si occupa di varie attività economiche (concessionarie automobilistiche, grandi magazzini sportivi, tenute agricole) ma segue ancora il mondo del ciclismo curando rubriche per la stampa spagnola in occasione delle grandi corse internazionali.
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