Storia di Roberto Ballini

Nato a Camaiore nel '44 (dove era sfollata la famiglia causa la guerra), ma di origine livornese, Roberto Ballini è stato un corridore completo, bene impostato su tutti i tracciati. Allegro e ciarliero, come la gente della sua terra, è stato professionista per sette stagioni dal '66 al '72, dopo un passato dilettantistico con un'ottantina di successi e il titolo di campione italiano degli esordienti.
Soltanto due le vittorie nella massima categoria, ottenute nella Coppa Placci '69 e in una tappa del Giro d'Italia '69, la Parma-Savona, sorprendendo i velocisti (2° Basso e 3° Reybroeck): è la famosa tappa in cui Eddy Merckx venne trovato "positivo" al controllo anti-doping e quindi escluso dalla corsa tra feroci polemiche.
Quella di Roberto è stata comunque una carriera piuttosto breve a causa di un persistente malanno alla gamba sinistra. Tra i piazzamenti di rilievo i secondi posti del Giro del Piemonte e del Giro dell'Appennino e la quarta piazza nella Milano-Sanremo '71. Un Ballini che si trovava a suo agio anche nella tremenda Parigi-Roubaix (16° nel 1970), e che comunque ha ottenuto dalla bicicletta, meno, molto meno di quanto avrebbe meritato: guadagni scarsi, stipendi iniziali di sessantamila lire mensili, di più negli anni successivi, ma sempre insufficienti per mettere da parte qualcosa.
Al termine della carriera è diventato un apicoltore apprezzato in tutta Italia e anche all'estero. La sua azienda ha sede nella nuova residenza dell'Isola d'Elba dove operano anche i due figli.
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