Storia di Franco Giacchero

Nativo di Ovada, ma residente a Novi Ligure, è un altro "pezzo" del mosaico che compone la storia ciclistica novese, anche se meno celebrato di altri pur essendone meritevole, almeno quanto gli stessi.
Vive appartato dietro le quinte del ciclismo più o meno grande di oggi, proprio come quando correva e silenziosamente dedicava tutte le energie al capitano di turno. Franco da allievo corre per il Gruppo Ciclistico Alessandrina fino ai primi anni '40 e poi da dilettane approda alla "S.I.O.F." dove vince la "Coppa Italia" (cronosquadre di 120 km) nel 1947 con Parodi, Carrea, Milano e nel 1948 con Carrea, Milano e Fossati. Nel 1949 e nel 1950 ottiene, sempre nella "Coppa Italia" il secondo posto rispettivamente dietro la Vilco e la Nicolò Biondo di Carpi. In totale vince da dilettante circa 30 corse.
Nel 1951 passa al professionismo trovando un ingaggio nella "Bianchi" di Fausto Coppi. Poichè nel club biancoceleste sono molti i corridori tesserati viene dato in prestito alla "Girardengo" di Rik Van Steenbergen e proprio l'asso belga e Giacchero saranno i soli due corridori della formazione a portare a termine il Giro d'Italia.
Sempre nel 1951 ottiene il terzo posto al Giro di Toscana, mentre nel 1952, tornato alla Bianchi, arriva secondo ancora al Giro di Toscana.
La vittoria più bella Giacchero la ottiene trionfando nel "Giro del Marocco".
Nel Marocco era corsa vera, gli organizzatori erano gli stessi del Tour de France, tappe di 200 km con montagne, vento, deserto e fior di corridori.
Vince ancora il Circuito degli Assi a Macerata e la cronosquadre del G.P.
del Mediterraneo a tappe. Vince infine una tappa del Giro di Catalogna.
Smette di correre all'inizio del 1957. Giro del Canton Ticino, a Mendrisio, maglia dell'Ignis, una moto lo investe e cade, la spalla è fuori uso, buona non più per correre ma per fare l'elettricista.
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