Luciano Pezzi - testimone della storia di mezzo secolo di ciclismo

Testimone della storia di mezzo secolo di ciclismo, ha vissuto i grandi eventi epici di questo sport, prima come corridore, poi come direttore sportivo e Presidente, attraverso tre generazioni di atleti: Coppi, Gimondi, Pantani.
Esordiente nel 1933, allievo nel 1938, dilettante nel 1940, interruppe l'attività agonistica con la chiamata alle armi nel 1941, sempre portando con sé l'amata bici. L'8 settembre 1943 sfuggì ai Tedeschi, scappando in bicicletta. Entrò nella Resistenza, 28^ Brigata Garibaldi, comandate 7^ compagnia, fino alla Liberazione. Riprese da professionista con l'Arbos (1948) poi con l'Atala (1949-56), la Chlorodont (1957) e, per finire, la Bianchi (1958). Disputò 2 Giri d'Italia e 5 Tour de France, fu Azzurro ai Mondiali di Copenaghen nel 1949. La devozione verso Fausto Coppi gli valse l'appellativo di "gregario di lusso", lo stesso Campionissimo lo definì "uomo fedele che sapeva interpretare la corsa come pochi"; perciò lo volle spesso al suo fianco nella formazione Nazionale al Tour. Vinse una tappa al Tour nel 1955: Narbonne-Aix-Les Thermes.
Terminata l'attività agonistica, trasferì la sua passione per il ciclismo, inevitabilmente, sull'ammiraglia, esordendo come direttore sportivo alla Ghigi (1960-62). Uomo metodico, rigoroso, lungimirante, capace di unire doti tecniche ed organizzative ad una forte carica umana, portò a clamorosi successi la squadra Salvarani.
Nel corso di 8 stagioni, 1962-70, si annoverano 477 vittorie, le più eclatanti quelle di Felice Gimondi: Tour 1965, Parigi-Roubaix e Parigi-Bruxelles 1966. Diresse in seguito altre squadre: Dreher, Fiorella-Citroen, Magniflex-Famcucine, Morella e Gis, poi a più riprese la Mercatone Uno come presidente.
Ricordiamo sotto la sua guida campioni come Adorni, Motta, Altig, Zilioli, Battaglin, Moser, Baronchelli e Longo.
In tempi più recenti, fondando con l'amico Romano Cenni la Mercatone Uno-Zucchini, sempre alla ricerca di nuovi talenti che individuava e seguiva fin da dilettanti, lanciò attraverso un cambio generazionale una schiera di nuove promesse: Bartoli, Casagrande e Piccoli.
Dopo una pausa, al rientro della Mercatone Uno nel mondo professionistico, giocò su Pantani, vittima di un grave incidente, l'ultima scommessa, credendo in lui e offrendogli quel sostegno e quella determinazione che lo fecero nuovamente vincente.
Due fiori non è giunto in tempo a cogliere: la vittoria di Stefano Garzelli al Giro della Svizzera e quella di Marco Pantani al Tour de France nel 1998.
©2002-2023 Museo del Ciclismo Associazione Culturale ONLUS - C.F.94259220484 - info@museociclismo.it - Tutti i diritti riservati

I dati inseriti in archivio sono il risultato di una ricerca bibliografica e storiografica di Paolo Mannini (curatore dell'Archivio). Le fonti utilizzate sono svariate (giornali, libri, enciclopedie, siti internet, archivi digitali e frequentazioni sui vari Forum inerenti il ciclismo). Chiunque desideri contribuire alla raccolta dei dati, aggiunta di materiale da pubblicare o alla correzione di errori può farlo mettendosi in contatto con Paolo Mannini o con la Redazione.

Preferenze Cookies - Privacy Policy