Josè Serpa, l'ultima scoperta di Savio

Josè Serpa, l'ultima scoperta di Savio

di Paolo Broggi

Quando all'inizio dell'anno è partito per il Venezuela e la Vuelta a Tachira, Gianni Savio non pensava certo di tornare... con un corridore in più.
Quando è partito poche settimane più tardi per la Malesia e il Tour de Langkawi, però, lo stesso Savio nutriva in cuor suo la speranza di tornare a casa con risultati importanti.
In mezzo a questi due sentimenti, sviluppatisi ai due estremi del mondo, c'è la figura snella e dinoccolata di José Serpa, l'ultima scoperta del vulcanico team manager della Selle Italia Diquigiovanni.
«È vero - ammette Savio - ho scoperto Serpa sulle strade della Vuelta a Tachira: prima lo conoscevo solo come corridore su pista, ha fatto parte del quartetto dell'inseguimento su pista e ha partecipato a più edizioni dei mondiali, ottenendo come miglior risultato un sesto posto. Ma su strada è stata una scoperta assoluta. José ha ventisei anni, è nato e vive a Bucaramanga, in Colombia, non è sposato e non ha neanche il fisico tipico di un colombiano, anzi è alto e ben strutturato. E vi dico che la Vuelta a Tachirta l'avrebbe vinta se non fosse stato letteralmente fermato nella crono finale dalla sua squadra, la venezuelana Alcadia de Cabimas, che per ragioni commerciali ha favorito il successo di un altro suo atleta, Manuel Medina, che correva in casa».
Scoperto e subito tesserato...
«Ho capito subito che José avrebbe potuto far bene in Malesia, così la sera dell'ultima tappa gli ho proposto un contratto e lui lo ha firmato. Dopodiché, abbiamo presentato il contratto al secondo revisor in Colombia e poi al primo in Svizzera, vale a dire alla Ernst & Young. Grazie alla comprensione e alla collaborazione del signor Godoi e della signora Munier, siamo riusciti a completare il tesseramento di José in tempo record. E in Malesia Serpa non ha tradito le attese vincendo due tappe consecutive, in particolare quella di Genting Higlands, una sorta di Alpe d'Huez malese. Come avevamo concordato nella riunione serale, José è partito agli otto chilometri e ha staccato tutti conquistando un grande successo. Peccato che nella prima tappa abbia dormito un po' e non sia riuscito ad entrare nella fuga che poi ha deciso il giro, dove invece c'erano i nostri Missaglia e Pedraza, perché altrimenti avrebbe potuto puntare alla vittoria finale. Comunque per noi il Tour de Langkawi è stato molto positivo perché, oltre alle due vittorie di Serpa, abbiamo ottenuto il terzo posto con Missaglia e soprattutto la vittoria nella classifica a squadre, superando tre formazioni di ProTour».
Ma dove può arrivare Serpa?
«Sono convinto che abbia notevoli margini di miglioramento e che sia in grado di ben figurare nella classifica generale di un grande giro, perché va forte in salita e a cronometro è tutt'altro che fermo. Se la nostra squadra sarà invitata a partecipare al prossimo Giro d'Italia, sono sicuro che Serpa potrà essere la grande sorpresa della corsa rosa. Adesso José è tornato in Colombia e tra qualche settimana prenderà parte al Giro del Cile prima di fare il suo esordio in Italia».
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