Addio a Toni Dal Col, gareggiò con Fausto Coppi

Lutto nel ciclismo. Si è spento a 84 anni l'ex professionista della Torpado e della Bianchi di Balmamion

09 GENNAIO 2017

CONEGLIANO. La comunità ciclistica della Marca ha perso uno dei suoi veterani. Si è spento ieri mattina Antonio Dal Col, 84 anni, ex professionista a cavallo degli anni Cinquanta e Sessanta. Nato a Solighetto il 15 giugno 1932, trasferitosi poi prima a Sernaglia della Battaglia e poi a Fontigo, Dal Col aveva fatto valere le sue doti di passista-scalatore soprattutto in ambito dilettantistico, correndo per il Vittorio Veneto e per la Coin di Mestre, meritando così il passaggio al professionismo nel 1959 nella Torpado. In quella formazione non era l'unico veneto, avendo per compagni di squadra Federico Galeaz, Renato Giusti, Lino Grassi, Silvestro La Cioppa, Dino Liviero, Pierino Lovisetto, Antonio Margotti, Pat Murphy, Tranquillo Scudellaro, Tristano Tinarelli, Giorgio Tinazzi, Mario Tosato, Adriano Zamboni e Carlo Zorzoli. Nelle due successive stagioni militò, invece, nella prestigiosa Bianchi assieme a Walter Almaviva, Antonio Bailetti, Franco Balmamion (che nel 1962 e nel 1963 riuscirà a vincere due Giri d'Italia consecutivi senza aggiudicarsi nemmeno una tappa), Germano Barale, Antonino Catalano, Pietro Chiodini, Tonino Domenicali, Valentino Gasparella (campione olimpico nel 1956 nell'inseguimento a squadre), Sergio Maggioni, Italo Mazzacurati, Bruno Mealli, Pietro Musone, Giuseppe Ogna, Lelio Piemontesi, Vittorio Poiano, Diego Ronchini, Gaetano Sarazin, Giuseppe Sartore e Silvano Simonetti. Fra gli aneddoti tramandati alla sua famiglia, Antonio riportava l'emozione di avere corso in gruppo con Fausto Coppi, quando il Campionissimo era ormai agli sgoccioli della carriera e della vita. La scomparsa di Dal Col, che vanta anche una lunga carriera da cicloamatore, ha colpito gli appassionati di ciclismo. Lo ricorda in gruppo, per esempio, Renato Longo, il vittoriese leggendario campione del ciclocross. «Una volta io e lui andammo vicino al colpo grosso» ricorda il pluriridato Renato «Fu a un'edizione della Milano-Mantova quando evademmo dal gruppo. Ce la mettemmo tutta per distanziare il grosso, dando fondo a tutte le energie residue e Dal Col sul passo sapeva dare il suo contributo. A 20 chilometri dal traguardo, però, ci ripresero e lì finirono per quel giorno i nostri sogni di vittoria». Antonio Dal Col, che dopo il ciclismo si impiegò come operaio alla Zoppas, poi Zanussi, di Susegana, trasferendosi per motivi di lavoro a Conegliano, ha lasciato i figli Sergio, buon dilettante a sua volta, Franca e Gianna. I funerali di Antonio Dal Col saranno celebrati domani alle 15 nella chiesa parrocchiale della Madonna delle Grazie a Conegliano, nel cui cimitero sarà successivamente tumulata la salma.

Giacinto Bevilacqua

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