Aldo Tosi

Nato il 13 luglio 1925 a Busto Arsizio (Varese) ed ivi deceduto il 15 dicembre 2001. Velocista, alto m. 1,72 per 77 kg. Professionista dall'agosto 1946 al 1956 con tre vittorie.
Una passione verso il ciclismo che non si poté temprare a causa di quel male dei mali che si determinava in un immane conflitto. E così, Aldo Tosi, che in alternativa alla speranza di fare della bicicletta un mestiere, una professione non contemplata come tale l'aveva, ed era quella di piccolo Casanova, diventò immediatamente dopo il conflitto, un indipendente che poteva gareggiare anche coi professionisti più forti. Insomma, un "dongiovanni" più giovane di quattro anni rispetto al conterraneo professionista Luigi Casola, ma già in grado di rivaleggiare con lui, più nei locali da ballo o nelle aree cortigiane dove stazionavano sottane nascondenti bei corpi femminili, piuttosto che nel pigiare pedali. E dire che Aldo Tosi, sul cavallo d'acciaio, era tutt'altro che fermo, ma s'accontentava di quel che veniva, perché niente poteva valere quanto l'incontro ravvicinato con una bella donna. Il 1946, fu dunque l'anno d'esordio del bustese nell'elite del pedale e ciò avvenne con le maglie della "Ricci", nel mese d'agosto, giusto in tempo per finire 2° nella Coppa Virtus a Villadossola e 5° nella Coppa Vallestrona a Vallemosso. Nel 1947, le sue doti ciclistiche, convinsero la Bianchi di Fausto Coppi ad inserirlo nelle proprie file. E tutto funzionò, finché anche nel sodalizio biancoceleste, scoprirono dell'Aldo le scappatelle più notturne che diurne. Ciononostante, anche con un allontanamento anticipato rispetto all'intera stagione che lo costrinse a rindossare le divise della "Bustese", il Tosi, fu 3° nella Coppa Del Grande, 5° nella Coppa Renzo, 8° nella Coppa Caldirola, 11° nel Campionato Italiano Indipendenti, 18° nella Bernocchi, 24° nel Giro del Veneto, 34° al Lombardia, 40° nel Campionato Italiano Professionisti. Insomma un ruolino che per un ciclista sicuramente part-time, non era poco. Così, nel 1948, l'ambiziosa Viscontea gli aprì le porte. Ma anche la casa gialloblù, nonostante la sua vittoria a Palermo nell'ultima tappa del Giro di Sicilia (che chiuse 4°), il 2° posto nella Coppa Agostoni, il 4° nel Giro del Piemonte, per il solito vizietto, non lo confermò. Nel 1949, Aldo Tosi passò nella vicina Ganna e con le biciclette del grande "Luisin", fu 3° nel Trofeo Baracchi (in coppia col ticinese Croci Torti), 4° nella Tre Valli Varesine, 4° nel Giro del Lazio, 6° nel Giro del Piemonte, 7° nel Campionato Italiano, 8° nella Coppa Città di Busto, 10° nel Giro di Romagna, 10° nella Milano-Torino, ed ottenne altri piazzamenti minori, ma si ritirò al Giro d'Italia. Nel 1950, corse molto poco e quando fu allo start lo fece con le maglie della Benotto: fu 5° nel Gran Premio Borgomanero e 8° alla Milano-Sanremo. La Benotto però, lo confermò per il 1951, ed Aldo Tosi, forse perché in Sicilia c'erano poche donzelle da avvicinare, corse più seriamente il Giro dell'isola, vincendo in solitudine la tappa di Palermo, finendo 2° in quella di Caltanisetta e 5° in quella di Sciacca. Vinse poi il Gran Premio Ceramiche a Laveno. Nell'anno, colse poi il 2° posto in una tappa del Giro delle Dolomiti e fu 11° nel Giro del Veneto. La Ganna gli riaprì le porte nel 1952, ma ormai il fisico del Tosi rispondeva sempre meno ai ritmi poco atletici della sua vita e nella stagione raccolse come piazzamenti migliori, il 6° posto nella Coppa Agostoni ed il 10° nel Giro del Piemonte. Anche il 1953 lo passò in Ganna, senza mai emergere però. Da isolato, nel 1954, fu 17° nel Campionato di Zurigo e staccò la licenza per altri due anni, ma corse quasi mai: la vita gli imponeva di lavorare.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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