Danny De Bie

Nato a Beerzel, nella provincia di Anversa, il 23 gennaio 1960. Stradista e ciclocrossista di gran valore. Professionista dal 1986 al 1998 con 51 vittorie (50 nel ciclocross).
Una grande tecnica, un fisico compatto con grandi doti di coordinazione. Lo sviluppo dei mezzi e le nuove morfologie dei percorsi, gli hanno permesso di divenire un ciclopratista di peso internazionale, capace di incidere sulla storia di questa variabile del pedale. Danny, da una famiglia con vocazione ciclistica, come tante nel Belgio ed in particolare nelle Fiandre, al pari dei fratelli Rudy, di lui maggiore, ed Eddy, minore, sviluppò da subito una straordinaria passione per il ciclocross, ma pur centrando qualche vittoria, non parve a lungo poter diventare un big della specialità. Da dilettante, pur non eccellendo, il terreno a lui più congeniale, sembrava proprio la mai troppo amata strada. Poi, nel 1986 a ben 26 anni il passaggio al professionismo lo spinse ad incentivare presenze ed allenamenti nel cross. In quell'anno comunque i moderati risultati, ben inferiori a quelli del fratello Rudy, non gli consentirono di partecipare ai Mondiali. Tenace come pochi, spostò nel 1987, il baricentro della sua attività ciclo-campestre in Svizzera, al tempo una "Mecca" della specialità, al fine di affinarsi ulteriormente. Fu una scelta giusta ed in patria cominciò a vincere con una certa costanza al punto di guadagnarsi la partecipazione al Campionato del Mondo di Mlada Boleslav, nella Repubblica Ceka, dove, con una condotta di gara spavalda, che mostrò le sue indubbie doti tecniche, fu l'ultimo a cedere, e di poco tra l'altro, al tedesco Klaus-Peter Thaler. La conquista della medaglia d'argento iridata, rappresentò la svolta nella carriera di Danny, che divenne big a tutto tondo, conquistando due anni dopo, nel 1989, la Maglia iridata, al Mondiale di Pontchateau, in Francia, al termine di entusiasmante duello col talentuoso ciclista tulipano Adri Van der Poel. Onorò le insegne iridate vincendo nella stagione successiva il Trofeo Superprestige e si mantenne per quasi un lustro ancora fra i migliori specialisti del mondo di un ciclocross in grande spolvero e con evoluzioni enormi.
Nel 1991 superò senza abbattimenti, a parte il naturale peso dell'età crescente, le cause legali scattate all'indomani di una sua presunta frode all'antidoping dopo la gara di Zillebeke che ghli causò pure la non partecipazione ai Mondiali di Gieten. Nella carriera, chiusa nel 1995, ha vinto 10 prove del Supereprestige e ben tre volte il Titolo di Campione del Belgio, nel 1990, nel '91 e '92. I titoli potevanoi essere quattro se, nel 1993, non avesse ceduto in volata da Paul Herijgers, dopo un evidente peccato di presunzione. Appesa la bicicletta al chiodo è diventato direttore sportivo di grande evidenza, lanciando diversi big, su tutti Bart Wellens. Ha guidato lo squadrone della Telenet-Fidea. È sposato con Nicolle Leijten, una pioniera di valore del ciclocross femminile non solo belga.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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