Nato il 18 giugno 1891 a Milano ed ivi deceduto il 3 agosto 1979. Passista. Professionista dal 1909 al 1930, senza vittorie.
Morettino, non granatiere, ma con una volontà ferrea a non mollare mai e con una combattività impressionante. Non era un grosso corridore, ma che la sua carriera, lunga o quasi infinita tra l'altro, dovesse poi finire senza vittorie, rimane un mistero. Nel primo Giro d'Italia inanellò un duello ideale con Ottorino Celli, l'altro giovanissimo allo start, finendogli davanti, 8°. Successivamente parteciperà a ben 12 edizioni della "corsa non ancora rosa" e per sette volte la concluderà, chiudendo altre tre volte fra i primi dieci: 4° nel 1912 a squadre, 5° e primo degli "isolati" nel 1914 e, infine, 8° nel 1920. Partecipò a 3 edizioni del Tour de France e per due volte arrivò a Parigi: 23° nel 1922 e 35° nel 1924. Fra i suoi piazzamenti fu tante volte nei primi dieci nelle tappe del Giro, anche se solo nella Bari-Pompei del 1911, sfiorò la vittoria: 2° di un soffio dietro Alfredo Sivocci. Fu poi 2° nella tappa Napoli-Bari, la prima del Giro dei Tre Mari del 1919, e due volte terzo nella medesima manifestazione a tappe del 1920, a Salerno e a Rossano Calabro. Sempre al Giro dei Tre Mari, chiuse 4° nella classifica finale del 1920. Fu 3° nella Corsa "Liguria" nel 1909, 3° nella prima tappa che si chiudeva a Salsomaggiore della "Ai Mari ai Laghi, ai Monti" del 1910. Fu 4°, anche se ultimo classificato della Milano Sanremo del 1910, la corsa di un giorno più tremenda della storia. Coi piazzamenti inferiori poi si potrebbe andare all'alba, ma non riusciremmo di certo a risolvere il problema delle sue mancate vittorie e di quel protagonismo che si limitò a dire: "ci sono anch'io e arriverò perché sono eterno". Morì ad 88 anni in serenità nella sua Milano, come a dire che gli sforzi fatti in 21 anni di carriera professionistica, gli avevano reso la salute di ferro.