Georges Pintens

Nato il 15 ottobre 1946 ad Anversa. Passista. Professionista dal 1968 al 1976 con 31 vittorie. Avesse avuto uno spunto di velocità degno del resto del suo invidiabile corredo, questo atleta piccolino ma compatto e di grande temperamento, avrebbe sicuramente messo assieme un curriculum ancor più invidiabile. Resta comunque una tappa obbligata per chi si pone la disamina di un lasso del ciclismo come quello che sta a cavallo degli anni settanta, fra i più brillanti dell'intera storia. Già, perché in quel segmento, dove il pedale poteva godere delle più grandi generazioni dei paesi che hanno fatto del ciclismo uno sport che per un secolo è stato il più popolare, quel "puntino" di nome Georges e d'agnomen Pintens, si distingueva. Era lì a giocarsela, a rendersi attore di copioni illustri, a far sognare bambini, anche se la sua recita avveniva fra numeri così alti, da abbassare le percentuali d'incanto. E chi ha vissuto quell'epoca, non può far altro oggi che raccoglierla nella memoria, ed esibirla nei ricordi come un penate.
Pintens, si segnalò da dilettante, nel '67, vincendo la Parigi - Roubaix riservata alla categoria, a cui seguì un significativo secondo posto, dietro all'italiano Gino Cavalcanti, nella tappa del Puy de Dome al Tour dell'Avenir. Come dire: dal piatto duro del pavé, alle pendenze della leggenda. L'anno seguente, il primo fra i professionisti, fu subito un evidente delle dure corse belghe e delle classiche in generale, ma, soprattutto, vinse due tappe al Tour de France: la cronosquadre di Vorst ed il tappone pirenaico Pau - St Gaudens, che prevedeva le scalate all'Aubisque e al Tourmalet. In seguito, continuò a mietere successi e significativi piazzamenti. Nei nove anni di professionismo, Georges, ha vinto la Liegi-Bastogne-Liegi '74 (in seguito alla squalifica per doping del vittorioso De Witte), l'Amstel Gold Race '70, la Gand-Wevelgem '71, la Milano-Torino '71, il GP Kanton Aargau Gippingen '72, il GP Regio '73, il Circuito del Brabante Occidentale '73.
Tangibile anche la sua presenza vincente nelle corse a tappe: nel 1971 vinse il Giro della Svizzera e nel '73 quello dell'Andalusia. Ha poi vinto frazioni di tutte le maggiori corse di tal tipo, escluso il Giro d'Italia, dove ha partecipato nel 1972, non andando oltre qualche piazzamento ed il 37° posto finale. Non ha avuto una carriera lunghissima, si ritirò a trenta anni, ma è pur vero che allora si correva tutto l'anno, ed i forti come detto erano tanti. I corridori davano davvero se stessi al pubblico. C'era ciclismo, non quella pochezza (eufemismo) di oggi.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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