La carriera giovanile di Charly Gaul

... Nella bottega di un salumiere, nacque la personale
passione per la bicicletta d'un ragazzina dagli occhietti
vispi d'un azzurro intenso e dal nome armonico, Charly Gaul.
Proprio su tante simili circostanze si levò, tredici anni
prima, il volo d'un ossuto giovincello piemontese, dal naso
prorompente chiamato Fausto Coppi e, come un predestinato,
anche il ragazzina lussemburghese s'alzò, cercando, senza
sapere, un posto nell'impronta dei leggendari ...

La storia agonistica di Charly Gaul partì nel 1949. A scoprire il suo talento sulla bicicletta fu un "vecchio" evidente della storia del ciclismo lussemburghese, Pierre Clemens. Costui, intuì in quel piccolo ed esile ragazzine dal sorriso rassicurante e simpatico, delle doti non comuni. Soprattutto piaceva a Clemens, la capacità del giovane Gaul, di danzare sui pedali ed una agilità non comune. Lo iscrisse ben presto al Velo Club di Huncherange, per avviarlo nella categoria "debuttanti". La sua prima corsa è datata 27 marzo 1949, dove colse senza infamia e senza lode, l'ottavo posto. Il talento c'era e prima o poi doveva fuoriuscire. Nemmeno tre mesi dopo, si correva il Grand Prix de Schuttrange, una corsa dura, fra quelle Ardenne che tanta parte han sempre avuto nella storia del ciclismo, non già per le altimetrie, ma per quelle secche pendenze pronte a spaccare i polpacci. Quelle colline furono il pane per l'affamato Charly Gaul che vinse quella corsa trionfando, con una coreografia di classe purissima. Aveva rotto il ghiaccio, ma, soprattutto, aveva fatto capire agli avversari che il suo sguardo angelico ed il suo sorriso erano solo l'involucro d'una determinazione feroce. Ed il ragazzino passò da un miglioramento all'altro, palpabile anche attraverso i risultati, ad essere considerato il miglior debuttante lussemburghese della stagione. Nel 1950 Gaul passò fra gli junior nelle file del V.C. Bettembourg senza lesinare altri assaggi di ciclismo, come, ad esempio il ciclocross. In questa specialità senza esperienza alcuna, si schierò ai massimi Campionati Nazionali lussemburghesi, arrivando addirittura quarto con lo stesso tempo del vincitore. A diciassette anni da poco compiuti, un simile comportamento non passò certo inosservato. Il piccolo ragazzino era già divenuto un personaggio anche per la gente schiva del Granducato. Stupivano le sue doti di recupero e c'era già chi lo pronosticava adattissimo alle corse a tappe. Ed infatti, a giugno, nella "mini" corsa a tappe di due giorni, il GP General Patton, vinse da dominatore. Anche la categoria "junior" capì che il Lussemburgo aveva forse trovato una nuova stella. Sensazione che fu chiara al suo passaggio fra i dilettanti, avvenuto nel 1951, quando frustò coi suoi scatti, tutti i favoriti nella più importante corsa a tappe del Granducato: la "Fleche du Sud". Al "Tour des Douze Cantons", altra gara a frazioni, fu ancor più grande e dominò vincendo in lungo ed in largo, facendo sua anche la gara a cronometro. Venne immediatamente selezionato nella Nazionale lussemburghese per il difficile Giro d'Austria, una prova densa di grandi difficoltà altimetriche e dalle lunghe tappe. Le perplessità destate dal fatto che Charly poteva uscire distrutto da una simile prova, a soli due anni dal debutto nel ciclismo, furono immediatamente sciolte dalla condotta spavalda del giovane. Anzi, la verde Austria, fu testimone del suo primo acuto internazionale. Scalò il "Grossglockner", un passo di 2500 metri alla cima, ma lungo 25 chilometri, con tratti al 13% ed una media dell'8%, con esemplare solitudine, lasciando gli altri ad oltre cinque minuti. In quell'occasione autorevoli osservatori ebbero modo di vedere per la prima volta quello stile così originale, fatto di lunghissime progressioni sui pedali, azionando rapportino. Il suo passo, lungo l'ascesa del Glossglockner fu così veloce da abbassare di cinque minuti il record di scalata, professionisti compresi. Alcuni giornali non ebbero timori nello scrivere "... c'è un nuovo grande talento in Lussemburgo".
Il 1952, coincise con la ferma per il servizio militare e l'attività ciclistica di Charly subì una flessione. Nel frattempo, il ventenne Gaul si era trasferito all'U.C. Dippach, lo stesso club di Elsy Jacobs, la prima donna campionessa del mondo e primatista dell'ora, un'ovvia gloria nel Granducato. Il "militare" non gli impedì comunque di ottenere una serie di risultati di prestigio e dei piazzamenti di valore internazionale. Ai Mondiali fu ottavo, ex aequo con un certo Jacques Anquetil, un francesino di cui già si diceva un gran bene. Anche nell'inverno fra il 1952 e il '53 le sue fugaci apparizioni nel ciclocross ebbero il pregio di manifestare ulteriormente le sue grandi doti e una ciclocampestre, con lui, fu sempre garanzia di spettacolo. Sempre nelle file del "Dippach" iniziò la nuova stagione su strada vincendo, ancora una volta, la "Fleche du Sud". A quel punto era ormai maturo per il passaggio al professionismo, anche perché aveva dimostrato di emergere nelle gare lunghe e faticose, quindi adatto al grande salto. Chi più di ogni altro capì che su quel ragazzo si poteva scommettere fu l'equipe professionistica francese Terrot, che lo tesserò. Nel debutto al professionismo, avvenuto nel maggio 1953 a Chanteloup nel "Criterium de la Polymultiplièe", giunse ottavo, come nell'esordio assoluto quattro anni prima.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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