La famiglia e gli inizi in bicicletta di Mario Minieri

Nato a Vergato il 21 giugno 1938, anche lui dovette emigrare (a soli dieci anni) al seguito della famiglia, nella "solita", accogliente ed opulenta Bologna, meta d'obbligo per tanti vergatesi in cerca di lavoro e di fortuna. La famiglia Minieri abitò a Vergato dal 1928 al 1948, con papà Medardo, nativo di Bologna, emigrante alla rovescia. Si trasferì dunque a Vergato impiantando in breve tempo una lucrosa ed ottimamente avviata attività di autotrasporti. Gli affari andarono a gonfie vele fino allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale durante la quale la ditta di trasporti venne distrutta. A guerra finita l'esodo verso Bologna si rese necessario, insieme alla moglie e ai tre figli (Mario, un fratello e una sorella). La zona prescelta fu Casalecchio, nel quartiere della Crocetta e fu li, nel Bar Stadio, ritrovo di appassionati di ciclismo, che papà Medardo si lasciò convincere da Walter Malavolta, massaggiatore provetto ed allenatore di tanti ciclisti dilettanti bolognesi, a far inforcare una bicicletta a Mario, il figlio prediletto che lavorava sodo in una fabbrica artigiana. Mario si divertiva, durante i ritagli di tempo libero che il lavoro gli lasciava, a sfidare i suoi coetanei in gare improvvisate sulle colline circostanti Bologna e spesso staccava tutti.
Dopo aver cominciato per scherzo, andare in bici comincia a piacergli molto e la fatica non gli pesa così si lascia tentare da Malavolta per provare col ciclismo agonistico. Da allora Malavolta lo ha sempre seguito anche quando, da professionista, venne ingaggiato dalla squadra numero uno al mondo del momento, la Salvarani.
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