Raymond Poulidor

Nato a Masbaraud-Merignat (Francia) il 15 aprile 1936; alto 1.72, peso forma kg. 69. Completo. Professionista dal 1960 al 1977 con 197 vittorie comprese le speciali classifiche. Un modello di coscienza professionale, dotato di un carattere semplice, ricco di simpatia e con una serenità di fondo (sempre sorridente ed affabile, sia nelle vittorie che nelle sconfitte), che lo ha reso popolarissimo: si potrebbe dire parte integrante delle proiezioni sportive delle famiglie francesi. Decisamente preferito nei confronti di un altro grande transalpino del momento: Jacques Anquetil. Soprannominato "Poupou", la folla lo salutava con ammirazione e con grande simpatia, quasi lo invocava. Professionista a 24 anni in quanto per 28 mesi aveva dovuto prestare servizio militare in Africa del Nord, si è bene amministrato restando sulla breccia fino a 41 anni, correndo sempre con la maglia della Mercier. Un sondaggio del 1973, rivelò che il quarantotto per cento dei francesi considerava Poulidor come il campione francese più conosciuto ed apprezzato. Ha conquistato quasi duecento successi, a dispetto di chi lo ha definito un "eterno secondo".
Tra queste vittorie, il Campionato nazionale (1961); Milano-Sanremo (1961); Freccia Vallone (1963); Giro del Delfinato (1966); 1 Vuelta di Spagna (1964); Circuito Sei Province (1969); Settimana Catalana (1973); Etoile des Espoirs (1971); 2 Parigi-Nizza (1972-1973); Midi Libre (1973); GP Cannes (1964); 5 Criterium Nazionale (1964-1966-1968-1971-1972); Nizza-Seillans (1969); GP Nazioni (1963); GP Lugano (1963); Mont Faron (1966); Trofeo Super Prestige (1964); Sette successi di tappa al Tour de France. Ha preso parte a 14 edizioni della Grande Boucle, ma la sua lunga carriera non gli ha mai offerto la gioia di primeggiare a Parigi. Non solo, ma pur da grandissimo protagonista per tre lustri al Tour de France, non è mai riuscito, neppure per un giorno, a indossare la maglia gialla. Eppure vanta un ruolino pazzesco: 3° nel '62, 8° nel '63, 2° nel '64, 2° nel '65, 3° nel '66, 9° nel '67, ritirato nel '68, 3° nel '69, 7° nel '70, 3° nel '72, ritirato nel '73, 2° nel '74, 19° nel '75 e 3° nel '76. Avrebbe fatto meglio se, come tanti altri campioni, avesse cercato la messa a punto della condizione al Giro d'Italia, che invece non ha mai disputato. Pochissime, in effetti, sono state le sue presenze nelle corse italiane. Gli manca pure la maglia iridata, ma nelle 15 partecipazioni al Mondiale, è stato 2° nel '74, 3° nel '61, '64 e '66, nonché 5° nel '60 e '63. Un grandissimo corridore, dunque. Un altro che rende ridicoli i dogmi di chi osserva col pallottoliere delle vittorie e che ha contribuito a rimandare al mittente le stupidaggini di chi ha fatto del ciclismo il cultore sportivo dei primi posti, traducendo in sconfitto per antonomasia il secondo arrivato.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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