Norbert Callens

Nato a Wakken il 22 giugno 1924, deceduto a Loppem il 12 marzo 2005. Passista scalatore. Professionista dal 1945 al 1952 con 11 vittorie.
Un gran buon ciclista, perfetto figlio dell'epoca, la cui storia si tinse di un paio d'episodi, uno in particolare, davvero non comuni. Un belga che preferiva il caldo e che voleva più di tanti connazionali, correre il Tour de France. Uno che, pur non essendo uno scalatore puro o di valore primario, non s'annebbiava quando la corsa prevedeva grandi scalate. Uno che ha lasciato una traccia ben definita, non solo in patria.
Norbert Callens passò professionista all'indomani della guerra, nel 1945, con alle spalle esperienze propedeutiche assai scarse nei numeri, ma non nelle risultanze, le quali, unite ad una gran volontà, ne facevano un corridore che alla sola osservazione ispirava fiducia. Su di lui era disposta a scommettere la francese Mercier, il sodalizio col quale Callens correrà praticamente per l'intera carriera. La stagione d'esordio del corridore di Wakken, fu davvero solida: vinse il Giro del Belgio, la più importante corsa a tappe di quell'anno nel mondo, vinse il Gran Premio dell'Industria del Ciclo a St Etienne e fece suo il Criterium di Machelen, indi fu 2° nel Giro delle Regioni di Frontiera, 3° nella St Etienne-Montlucon e nella seconda frazione dell'Attraverso il Belgio. Nel 1946 pur non vincendo, colse così tanti piazzamenti da rimanere nell'ambito dell'evidenza. I più importanti furono il 2° posto nell'Attraverso il Belgio, il 3° nel Giro del Lussemburgo, il 4° nel Campionato belga su strada, il 5° nel Tour de Suisse ed il 6° nella Parigi Nizza. Nel 1947 dopo la vittoria nel Gran Premio di Desselgem, il 7° posto nella Kuurne-Bruxelles-Kuurne, il 10° nella Parigi Bruxelles, il 15° nella Gand-Wevelgem, ed il 21° nella Liegi-Bastogne-Liegi, fu alla partenza del primo Tour de France del "dopo secondo conflitto mondiale". Il comportamento di Callens, fino al tappone pirenaico fu davvero di nota: dopo aver superato in crescendo le grandi frazioni alpine, fu 4° nella non facile tappa di Nizza, indi 2° sia a Carcassonne che a Luchon. Poi, nella frazione che da Luchon si concludeva a Pau, dopo aver superato bene il Peyresourde, l'Aspin e l'ascesa del Tourmalet, nella discesa della vetta regina dei Pirenei, finì in un burrone e solo grazie alla densa vegetazione che gli fece da cuscinetto riuscì a salvare la vita. Senza apparenti fratture, voleva ripartire, ma una vertigine lo fermò: aveva una microfrattura al cranio ed un più che ovvio trauma cranico. Insomma non era proprio un illeso. Sta di fatto che non corse il resto della stagione. Nel 1948, dopo aver vinto il Gran Premio di Courtrai e il Criterium di Harelbeke, si ripresentò pimpante al Tour de France. Ancora una volta però, dopo il 9° posto nella tappa di Nantes, gli furono indigesti i Pirenei. Nell'ottava tappa infatti, dopo aver superato sia il Tourmalet, che l'Aspin e il Peyresourde, andò in crisi di fame sul Les Ares, ed arrivò a Tolosa con oltre 31 minuti di distacco. Non riuscì a riprendersi e dopo una nottata turbolenta, partì per la tappa che si concludeva a Montpellier, ma dopo un centinaio di chilometri, si ritirò in preda alla dissenteria Deciso a riprovare ancora il Tour, avviò benissimo la stagione '49: vinse il Giro delle Ardenne Fiamminghe, fu 7° nella Parigi-Bruxelles, 11° alla Parigi-Roubaix, 16° alla Freccia Vallone e 6° nel Giro d'Olanda. Ed arrivò il suo terzo Tour de France. Partì come sempre molto bene e già alla terza tappa, la Bruxelles-Boulogne-sur-Mer, poté finalmente gioire perché non solo vinse la frazione ma conquistò pure la Maglia Gialla. Per lui era un sogno, sennonché anche stavolta qualcosa doveva andare storto. Il camion con tanto dei materiali della carovana, comprese le maglie gialle, era finito in panne lungo il percorso e non riuscì ad arrivare a Boulogne-sur-Mer, ma il giorno dopo a Rouen. E così il buon Callens, fu costretto a partire nella tappa seguente con un maglione giallo ricevuto in dono da un giornalista. Ed il colmo della sfortuna per il corridore di Wakken, fu che nella frazione successiva, una fuga partita da lontano, portò in giallo l'italo-francese Jacques Marinelli. Per Callens quindi, nemmeno la possibilità di recuperare un'altra versione di quel prezioso indumento. Fatto sta, che la famosa Maglia Gialla, lui, il Norbert sfortunato, la ricevette 45 anni dopo, nel 1994, quando, da turista, andò a visitare Boulogne-sur-Mer. Il sindaco della città, venuto a conoscenza da un amico albergatore che gli raccontò di come nel proprio albergo alloggiasse Callens, si ricordò "dell'incidente del 1949" e invitò formalmente l'ex corridore belga in Municipio, per il 26 luglio '94, in occasione dell'arrivo della seconda tappa del Tour de France di quell'anno. Ed in quell'occasione fu consegnata al quasi settantenne Norbert Callens, la Maglia Gialla ufficiale del Tour de France.
Tornando alla storia agonistica del corridore di Wakken, dopo la mancata consegna della Gialla, il resto del suo Tour 1949, fu abbastanza amaro: ancora una volta si ritirò, guarda caso nella tappa pirenaica contenente il Tourmalet che si concludeva a Luchon.
Nel 1950, nell'ultimo anno di permanenza nella Mercier, si laureò Campione belga per clubs, fu 3° nel Giro d'Olanda e terzo in una tappa dello stesso, 3° nella Ommegangprijs, a Komen e a Wakken, nonché 9° nella Parigi-Bruxelles. Poi, nel 1951, passò alla Terrot e oltre a riconfermare il Titolo belga per clubs, vinse il Campionato delle Fiandre Occidentali, fu di nuovo 3° nella Ommegangprijs, 5° nella De Panne, 7° nella Gand-Wevelgem, 10° nel Circuito delle Tre Città Sorelle e 11° nel Giro delle Fiandre. Corse anche nella primavera del 1952, cogliendo un 4° posto a Nokere e chiuse la carriera col 104° posto nella Parigi-Bruxelles.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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