Oliviero Tonini

Nato il 13 giugno 1921 a San Felice sul Panaro (MO) ed ivi deceduto il 16 marzo 2002. Passista veloce, alto m. 1,70 per kg. 64. Professionista dal 1948 al 1952 con due vittorie.
La guerra ne fermò la maturazione, ed il suo rapporto col ciclismo, che non era mai stato intensissimo, parve arrestarsi. Poi, all'età dove molti anche a quei tempi mettevano il punto entrò a far parte dell'elite ciclistica e lo fece nella maniera meno aspettata. Nel 1948, con fatica racimolò i soldi per sobbarcarsi una lunga trasferta come quella di partecipare al Giro di Puglia e Lucania. Oliviero Tonini, ancora dilettante, si sarebbe dovuto scontrare con indipendenti professionisti e lì avrebbe capito tanto circa il suo futuro. A cominciare dall'occasione di mettersi in mostra per trovare un ingaggio e passare fra i prof. Bene, in quelle otto tappe con un giorno di riposo, dal 6 al 14 novembre 1948, lui, il modenese morettino dai tratti di eterno bambino, capì che poteva ancora dire qualcosa nel ciclismo. Vinse quella corsa e vinse bene anche se non passò primo su nessun traguardo di frazione. Era pronto per il professionismo. Ad aprirgli la strada la bolognese Cimatti, squadra che l'ex ciclista olimpionico Marco, aveva fortemente voluto per aiutare diversi colleghi e farsi un nome più robusto sul mercato. Le maglie della Cimatti erano a scacchi rossoverdi e con quelle, il veloce Tonini, vinse l'ultima tappa, la Napoli Roma del Giro dei Tre Mari '49. Nell'anno però, era già stato un gran bel protagonista, anche se gli era sempre sfuggita la vittoria. Fu 3° nella Coppa Serafini, 6° nel Giro del Lazio, 7° nel GP di Prato, 7° e 8° in due tappe del Giro di Sicilia, 8° nella Coppa Cirio, ma, soprattutto era stato un evidente del Giro d'Italia. Già, perché nella grande "corsa rosa", lo spesso sorridente Tonini, arrivò per cinque volte nei primi 10 di tappa: 3° a Cuneo, 4° a Udine e a Monza, 7° a Modena e Sanremo, con una conclusione nella classifica finale, che lo vide 37°. Una gran bella stagione, insomma. Nel 1950, sempre in Cimatti, arrivò 7° nella Milano Modena, 8° nella tappa di Ferrara al Giro d'Italia, chiuso al 65° posto e 14° nel Trofeo Matteotti. Un calo di rendimento che si dischiuse ancor più, sia nel '51 (15° nella Sassari Cagliari il miglior piazzamento), che nel '52 (28° nel Giro di Toscana la piazza migliore), fu il filo conduttore dei suoi due ultimi anni di carriera.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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