Paolo Savoldelli

Nato a Clusone il 7 maggio 1973. Completo. Alto 1,80 m. per 70 kg. Professionista dal 1996 al 2008, con 28 vittorie. Di Paolo Savoldelli tutti ricordano la sua punta, il suo pezzo forte, in quelle capacità di discesista, che gli valsero il nomignolo di "Falco" e dove, in effetti, va valutato come uno dei più grandi nella storia del ciclismo. Ma di punte questo ragazzone di Clusone, ne aveva un'altra, che è stata forse la più importante nei suoi più grandi successi: la capacità tattica. In pochi, nel ciclismo moderno, robotizzato da quelle radioline che mettono i corridori sempre più nelle mani dei tattici reali, ovvero i diesse, han mostrato qualità vicine alle sue. Il "Falco" sapeva leggere i momenti dell'affondo oltre alle traiettorie in discesa, conosceva le sue doti ed i suoi limiti e sapeva osservare le qualità ed i difetti degli altri, le "economie" di gara, i rapporti e le alleanze spesso involontarie che si distribuivano nelle consumazioni delle corse. Insomma, uno che valeva 80 e che alla fine, per tutto questo, si poteva spendere per 100. E che poi, a carriera conclusa, si sia fatto un oceano di ammiratori per il suo modo di commentare il ciclismo dalla moto-Tv, emergendo per precisione essenzialità, leggendo sempre con acume le condizioni di chi osservava, non era altri che la prosecuzione di ciò che è stato sulla bicicletta. Insomma, uno davvero forte, non già per il talento di nascita, che pure era più che buono, ma per cervello agonistico davvero raro.
Nelle categorie minori mostrò ciò che è più importante: crescere con costanza. Soprattutto nel '95, il suo ultimo anno da dilettante, seppe vincere corse che raramente mentono, come il Trofeo Alcide De Gasperi, la Coppa della Pace e la Medaglia d'Oro Frare-De Nardi. Nel 1996 passò professionista nella Roslotto-ZG Mobili, team diretto da Moreno Argentin. Partecipò subito al Tour de France, dove ottenne un 5° posto di tappa e chiuse a Parigi al 33° posto. Nel '97 vinse la 4° tappa della Hofbrau Cup e partecipò al suo primo Giro d'Italia, che finì al 13° posto. Nel 1998 si trasferì alla Saeco, sodalizio che gli fece capire subito di puntare su di lui per le corse a tappe. Paolo rispose vincendo una frazione e la Classifica finale del Giro del Trentino, cogliendo qualche bel piazzamento e chiudendo 9° il Giro d'Italia. Nel 1999, l'esplosione. Vinse da subito il Trofeo Laigueglia con una bella sparata, s'aggiudicò di nuovo il Giro del Trentino, dove colse anche la prima tappa e al Giro d'Italia dell'oscura defenestrazione del dominatore Marco Pantani, fu autore di una portentosa discesa del Fauniera, che gli valse la tappa di Borgo San Dalmazzo, ed il 2° posto finale. In quell'edizione del Giro, fu anche Maglia Rosa per un giorno, ma non l'indossò, perché per lui, il titolare, era, appunto, l'appena defenestrato Pantani. Partecipò poi al Tour de France, ma si ritirò nella 10° frazione. Nel 2000, vinse la 3a tappa del Giro del Trentino, che chiuse poi 3° e partecipò al Giro di Romandia, dove vinse il Prologo e la classifica finale della manifestazione. Al Giro d'Italia partì bene poi cadde e s'infortunò alla schiena. Questo episodio condizionò negativamente le sue prestazioni, sia in quell'edizione che chiuse al 24° posto, che in quella successiva. Partecipò poi al Tour de France, ma fu ovviamente incolore, 41°. Il 2001 di Savoldelli s'aprì con un ambo di successi al Giro di Romandia, il Prologo e la 2a tappa, poi con una partecipazione anonima al Giro d'Italia, dove chiuse 14°, ma non fu mai un protagonista. Partecipò poi alla Vuelta di Spagna, ma come gli era già capitato nella prima partecipazione nel '98, su ritirò nel corso della 11a tappa. A fine anno, la Saeco decise di puntare su Gilberto Simoni e Savoldelli cambiò squadra, accasandosi alla Index-Alexia Alluminio. Una squadra debole, che, però, segnò la sua rinascita. Vinse infatti l'edizione 2002 del Giro d'Italia, grazie anche alle disavventure dei suoi rivali: Stefano Garzelli fu squalificato per la positività ad un controllo antidoping, Gilberto Simoni si ritirò su invito del suo team, poiché trovato positivo alla cocaina ad un controllo effettuato due settimane prima del Giro (ma fu in seguito totalmente scagionato da tale accusa), Cadel Evans ebbe una crisi di fame durante l'ultima tappa di salita e Francesco Casagrande fu escluso dalla competizione per aver spinto a terra un ciclista.
Da quel momento in poi, la fortuna incominciò a voltare le spalle a Savoldelli: tra il febbraio 2003 e il gennaio del 2005 ebbe parecchi infortuni con tanto di fratture che lo tennero lontano dalle corse praticamente per due anni. Con la maglia della T-Mobile, praticamente non corse mai e nel 2005 passò alla Discovery Channel di Lance Armstrong. Col il nuovo team, debolissimo e praticamente solo sulla carta, da solo, seppe vincere il Giro d'Italia 2005, precedendo Gilberto Simoni e giungendo così alla definitiva consacrazione. Un successo costruito con grande intelligenza sulla linea del traguardo della frazione di Zoldo Alto e, con sagacia tattica fuori dal comune, nella tappa del Colle delle Finestre. Vinse poi il GP Formaggi Guffanti e, come spalla di Armstrong, partecipò al Tour de France. Qui, contribuì alla vittoria del suo team nella cronometro a squadre e, soprattutto, vinse la tappa Revel. Nel 2006, vinse il Prologo del Giro di Romandia e la prima tappa, a cronometro, del Giro d'Italia, in quel di Seraing, in Belgio. Conquistò la Maglia Rosa che difese per due giorni e chiuse poi 5° a Milano. Nel 2007 passò all'Astana, squadra del Kazakistan, vinse il cronoprologo di Friburgo al Giro di Romandia, poi, a causa di una caduta, non fu in grado di puntare alla Maglia Rosa del Giro, dove chiuse 12°, ma con un bel successo di tappa: nella cronometro di Bardolino di Verona. Nel finale di stagione vinse il Criterium di Horgen in Svizzera. Corse poi la sua ultima stagione, quella del 2008, per la LPR Brakes-Ballan, assieme a Danilo Di Luca. Tolto da ogni possibilità di successo al Giro, a causa di una bronchite, aiutò il compagno di squadra con grande disponibilità e la solita straordinaria intelligenza tattica. Chiuse la Corsa Rosa 15°, ed a fine anno lasciò il ciclismo pedalato per salire a bordo delle moto-cronaca della RAI, evidenziandosi, come detto, per precisione ed estrema concretezza. Un media nato, insomma. Ciononostante, il rapporto con la TV di Stato, s'è interrotto, ma Paolo Savoldelli è rimasto nei media come apprezzato commentatore di ciclismo in Sky e Bike Channel.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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