Paolo Guazzini

Nato a Prato il 27 febbraio 1935. Passista veloce. Alto 1,80 per kg. 70. Professionista dal 1958 al 1962 con quattro vittorie.
Giunto al mondo in una terra dove il ciclismo era di casa, anche oltre i confini della passione, si trovò ben presto a dover far convivere la bicicletta col lavoro. Il padre, infatti, prima proprietario di un lanificio e poi di telai, gli impose di aiutarlo nella conduzione dell'azienda familiare, al pari delle due sorelle. Paolo però, riusciva a far convivere bene le due attività. Dopo tre corse nel '50 fra i non tesserati, esordì coi prestigiosi colori dell'A.C. Pratese, nel 1951, fra gli allievi e nei tre anni passati nella categoria, colse 15 vittorie: abbastanza per divenire un riferimento del pedale giovanile di zona. Con la medesima società, gareggiò nei primi anni da dilettante, riuscendo a centrare una ventina di vittorie e di giungere in azzurro nel 1955, in previsione dei Mondiali di Frascati, dove però, un incidente, gli impedì la partecipazione.
Dopo un grigio '56, decise di ritemprarsi e ricaricarsi altrove e, per la sta-gione 1957, s'accasò alla bolognese Mengoli, dove il suo tratto vincente ritornò imperioso, grazie a 15 limpidi successi, che lo posero fra i primissimi dilettanti italiani, con la fama di ruota veloce in grado di graffiare anche fra i professionisti. Ed infatti, l'anno successivo, fu ingaggiato dalla famosa Ghigi-Coppi, per gareggiare tanto fra i prof, quanto fra gli indipendenti. La sua risposta fu degna. Partecipò al Giro d'Italia (che sarà l'unico in carriera) chiudendo 68°, a 2 ore e 26 minuti dal vincitore Baldini, dopo aver lavorato a lungo per i grandi belgi della sua squadra, in particolare Willy Vannitsen. Vinse poi il Campionato Italiano riservato alla "categoria cuscinetto", dopo aver colto i successi parziali nella prima prova a Pontremoli e nella terza, a Frosinone. Il successo più importante arrivò a Cesenatico, traguardo della seconda tappa del Giro dei Due Mari. Lanciatissimo fu ingaggiato dall'Emi, la squadra del mitico Charly Gaul nel 1959, ed al servizio del lussemburghese passò praticamente tutto il resto della carriera, con la sola parentesi del 1961, dove si ritrovò disoccupato. È pur vero che all'indomani del bel '58, nessuno s'immaginava per lui una china da gregario, come invece avvenne. Ed il suo ritiro, a fine '62, dopo aver passato l'annata in parte alla Gazzola di Gaul ed in parte con sponsor personali, fu piuttosto mesto e malinconico, di fronte alle tante attese che aveva suscitato 4 anni prima.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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