Marcel Bidot

Nato a Parigi 4 il 21 dicembre 1902, deceduto a Saint-Lye il 26 gennaio 1995. Completo. Professionista dal 1920 al 1939 e dal 1944 al '46, con 32 vittorie.
Un campione, nel concetto moderno del termine, almeno per quanto concerne lo sport del ciclismo, non può crescere e svilupparsi, se attorno a lui non gravitano quelle figure particolari chiamate gregari. Già, quel gregario che si vuole spesso raffigurare come patetico portatore d'acqua, che giunge a spingere il capitano, che gli presta i mezzi, che lo copre dal vento e che è sovente bistrattato nella ripartizione degli utili, è, appunto, una figura che va sottolineata, non nell'anonimato dell'attributo, ma nella sua fisionomia di uomo e di corridore: insomma, una cornice preziosa e fondamentale del ciclismo. Marcel Bidot, che in tanti nel mondo ciclistico ricordano soprattutto per esser stato epocale Commissario Tecnico della Nazionale francese, come corridore ciclista fu un gregario, uno della schiera di coloro che vanno ricordati perché in sostanza sono i veri costruttori delle corse, delle fughe, dei propri sacrifici e delle vittorie degli assi.
Nato il 21 dicembre del 1922, ebbe una carriera lunga, infinita, ma non molto fortunata, "un gregario di lusso" insomma, e fu celebre ai suoi tempi per il "fiuto" col quale gli riusciva di discernere le fughe buone, dalle velleitarie, o dai semplici tentativi. Aiutando gli altri, in particolare André Leducq, gli rimase poco tempo per pensare a se stesso ed ai propri successi. Che ci furono perbacco, ma tanti di meno di quelli che potevano esserci. Vinse il Titolo francese su strada nel 1929, due tappe del Tour de France, a Vannes nel 1928 ed a Cannes l'anno successivo. Altri successi di pregio furono la Parigi-Bourges nel 1924, la Parigi-Montargis e la Troyes-Reims-Troyes nel 1925, la Marsiglia-Lione nel 1928, la Parigi-Troyes '34, il Giro dei Vosgi '36, il Gram Premio Troyes nel 1944. Fra i piazzamenti, di nota ed a dimostrazione di gran valore perché correva da gregario, il quinto posto finale nel Tour de France del '30 (fu 10° nel '25 e 8° nel '28), il 2° posto nella Parigi-Tours nel 1930, il 2° posto finale nella Vuelta dei Paesi Baschi '29 (dove vinse una tappa), ed il 6° ai Campionati Mondiali di Zurigo nel 1929.
Fermò la sua carriera nel 1939, per riprenderla nel '42, ma fra i dilettanti. Ritornò professionista nel 1944 e chiuse definitivamente due anni dopo, a 44 anni: aveva finito di fare il gregario, era diventato "Il Commissario". Già, perché per tre anni ('47-'49) diresse la squadra regionale del Nord Est al Tour de France e, poi, dal 1952 al 1961 e nel 1967 e '68 fu Commissario Tecnico della Nazionale Francese.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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