Ugo Colombo

Nato a San Giorgio su Legnano il 22 febbraio 1940. Passista scalatore, alto 1,74 per kg 69/70. Professionista dal 1964 al 1974, complessivamente ha ottenuto 12 vittorie su strada.
Un corridore coi fiocchi, divenuto gregario perché a quei tempi i capitani erano dei super, in altre parole niente a che vedere coi corridori di oggi che vanno per la maggiore. E così, Ugo, sposò il ruolo di spalla, sullo stile dei tempi antichi, ma era forte, davvero forte. Per quattro stagioni fu uno dei fedelissimi di Franco Bitossi nella Springoil '64 e, poi, nella Filotex, sodalizio nel quale svolse tutto il resto della carriera. Quattro anni senza vittorie, perché ad aiutare Bitossi, continuò eccome, fino alla permanenza del grande toscano nella Filotex. Poi, nel 1968, ruppe il ghiaccio per se stesso, e si mostrò compiutamente per quel gran corridore che era ("La più forte spalla che abbia mai avuto", dichiara sempre Bitossi!), andando a vincere la frazione Como-Lanzo della Cronostaffetta, la prova di Montelupo e quella di Tarquinia del Trofeo Cougnet, nonché la Classifica Finale del Trofeo. Sempre nel '68, vestì la maglia azzurra ai Mondiali di Imola, vinti da Adorni, ma dopo aver fatto il suo lavoro, si ritirò. Fu 10° al Tour de France. Col '69 dunque si vide un Ugo Colombo nuovo e protagonista, pur rimanendo spalla. Regolarissimo, fu 5° al Giro d'Italia di quell'anno e addirittura 3° nel '71. Nel '69 si impose nella frazione di Ovrohlaz del Giro di Romandia e, poi, davanti a Taccone e Zilioli nella Scanno-Silvi Marina del Giro 'Italia. Nel '70, fece sua la Coppa Placci e la tappa di Tortosa al Giro di Catalogna. L'anno seguente, oltre al podio del Giro, dove fu per tre giorni Maglia Rosa, rivinse la Placci e la dura frazione di Villars, al Tour de Suisse. Nel '72 ritornò a cogliere il successo al Giro d'Italia, facendo sua la tappa di Francavilla, davanti a Merckx e Motta. Poi, nel 1973, con la partenza di Bitossi, si trovò in Filotex un nuovo capitano, giovanissimo e da lanciare: Francesco Moser. Fu quello un anno di grande sacrificio, con segni di calo anche se rimase nel novero dei corridori più in vista d'Italia. Nel '74 poi, il suo bellissimo "canto del cigno", con la conquista della tappa del Giro che si concludeva a Chieti, dove anticipò Roger De Vlaeminck. A fine stagione appese la bici al chiodo. In carriera ha partecipato a 11 Giri d'Italia concludendone 9, a 3 Tour de France tutti conclusi. È stato azzurro 3 volte: a Imola dove si ritirò e riserva a Leicester '70 e Barcellona '73.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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