Wladimir Belli

Nato a Sorengo (Svizzera) il 25 luglio 1970. Scalatore. Alto 1,73 m. per 64 kg. Professionista dal 1992 al 2007 con 14 vittorie.
Uno dei corridori più forti in assoluto fra quelli dal palmares esiguo, dell'intero panorama internazionale. Uno che ha pagato non poco la mancanza di spunto veloce e l'essersi adeguato troppo a quella regolarità che gli veniva facile per le notevoli qualità, ma era forte, eccome se lo era. Anche la sfortuna ci ha messo lo zampino, ma non è alla dea bendata che va data la massima responsabilità. Svizzero di nascita, in realtà bergamasco di Sedrina, il paese di Gimondi, Wladimir, fu un precoce vincente grandi corse per dilettanti. Buono su tutti i terreni con spiccate doti di scalatore, fece suo il Giro Baby '90 su Gotti e Pantani, anche a causa della sfortuna di quest'ultimo. Ma la bravura di Belli era fuori discussione, tanto è che nell'anno vinse una prova dura e bellissima come il GP Capodarco e fu protagonista al Giro a tappe della Valle d'Aosta che chiuse 3°. A fine stagione, la logica mai stata patrimonio di gran parte del nostro ciclismo, avrebbe indicato il passaggio al professionismo, invece, un po' per la ferma olimpica, ed un po' per l'impreparazione dei team d'elite ad inserire dei giovani da far crescere, Belli rimase dilettante. E l'anno seguente vinse ciò che gli era sfuggito nel '90, ovvero il Giro a tappe della Valle d'Aosta. Vinse poi una frazione del Tour d'Hainaut in Belgio, fra le Ardenne della Liegi-Bastogne-iegi. Dopo le Olimpiadi di Barcellona, nel luglio del '92, il passaggio fra i professionisti nella Lampre Colnago. Alla prima vera stagione nell'elite,si mise subito in evidenza al Giro d'Italia che concluse al 13° posto secondo nella Classifica Giovani, dietro il compagno di team, di un anno più anziano, Pavel Tonkov.
L'anno seguente, dopo aver vinto tre tappe e la classifica finale della Settimana Bergamasca, fu ancora protagonista della corsa rosa, soprattutto per il terzo posto conquistato nella memorabile tappa Merano-Aprica vinta da Marco Pantani (del quale anche se rivale era amico) davanti a Claudio Chiappucci. Nel '95 si aspettava la sua esplosione, ma l'annata, dopo vari piazzamenti comunque significativi e l'esordio al Tour de France (dove si ritirò dopo una condotta fin lì anonima), venne archiviata come stagione di transizione. Nel 1996, ottimi squilli con le vittorie nel Giro del Trentino e al Giro dell'Appennino, ed i podi alla Vuelta a Murcia e al Giro del Mediterraneo, ma non fece quel Giro che era nelle corde e nella logica, bensì il Tour, a forma scaduta e con una ovvia condotta anonima. Nel 1997 passò alla Brescialat, conquistò una tappa al Giro del Portogallo, ma soprattutto ottenne un ottimo sesto posto finale al Giro d'Italia, giungendo terzo sul Mortirolo. Nel 1998 passò alla francese Festina, proprio nel periodo in cui la squadra fu coinvolta nello scandalo doping che segnò le carriere di alcuni suoi compagni come Richard Virenque, Alex Zuelle, Lourent Brochard e Christophe Moreau. Belli comunque, uscì pulito dalla vicenda, ma la sua stagione coi guai al sodalizio fu deviata. Durante l'anno, non si distinse al Giro nonostante qualche bel piazzamento, chiuse 3° il Tour de Suisse e vinse nuovamente una tappa al Giro del Portogallo, corsa poi conclusa al 3° posto. Nel 1999, sempre con la Festina, fu autore di una buonissima stagione: vinse una tappa al Midi Libre, giunse sul podio in gare come il Giro del Mediterraneo, la Vuelta Valenciana, il Giro dei Paesi Baschi, la Settimana Catalana, il Giro di Romandia, il Giro del Delfinato (con 3° posto sul Ventoux) e fece un ottimo Tour de France, con piazzamenti nelle frazioni più dure e il 9° posto finale. A fine stagione, fu classificato 16esimo nel Ranking Mondiale dell'UCI. Col nuovo millennio cambiò nuovamente casacca approdando nella neonata Fassa Bortolo, ed il suo 2000 fu ottimo: vinse il Trofeo di Camaiore, una tappa al Giro della Svizzera, chiuso 3°, finì 7° al Giro d'Italia e 12° alla Vuelta di Spagna. Ben piazzato anche in due "Monumento" come la Liegi-Bastogne Liegi 4° e il Giro di Lombardia 6°. Chiuse la prima stagione del millennio 13° nel Ranking Mondiale. Sembrava maturo per il grande successo, invece, nel 2001, quando perlomeno il grande piazzamento al Giro d'Italia era vicino, fu protagonista di un episodio contorto, per taluni aspetti grave e che in ogni caso gli costò tanto. In piena lotta per i vertici, nella 14a tappa sull'impegnativa salita del Santa Barbara, Belli, che era perseguitato da giorni da un tifoso della Maglia Rosa Gilberto Simoni, che lo bersagliava con insulti e sputi, perse e la pazienza e gli sferrò un pugno. La giuria, inflessibile, lo espulse dalla corsa. Nel prosieguo di stagione finì 3° al Tour de Suisse, dopo essere stato sempre 3° al Giro di Romandia e chiuse 24° il Tour de France, dopo essere stato 2° nella frazione di Luz Ardiden. Fu 4°, infine, nella Clasica San Sebastian. Sfortunata la stagione 2002, dove per la bronchite fu costretto a ritirarsi dal Giro. Partecipò al Tour in appoggio ad Ivan Basso, ma nel complesso fu un anno da dimenticare. Il passaggio alla Lampre nel 2003 e nel 2004, rimarcò la sua regolarità, undicesimo e settimo al Giro d'Italia, ma niente di migliore. Peggio ancora nel 2005, in seno alla Domina Vacanze, dove vari malanni lo costrinsero a correre pochissimo ed a fare una corsa anonima al Giro. Sull'orlo del ritiro, fu convinto da Gianni Savio a correre per la sua Selle Italia. Partecipò all'ennesima "Corsa Rosa", correndo con la possibilità del podio a lungo, poi però la sfortuna, sotto forma di una contrattura al bicipite femorale sinistro, lo costrinse al ritiro. Anche nel 2007, staccò la licenza per correre con Savio, ma il mancato invito del sodalizio al Giro pose di fatto fine alla sua carriera.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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