Silvano Davo

Nato a Manerbio (Brescia) il 26 febbraio 1945. Passista. Alto m 1,70 per kg 67. Professionista dal 1969 al 1972, senza ottenere vittorie.
Un onesto gregario che sapeva lavorare in silenzio e che ha saputo fare dell'orizzonte ciclistico, un perno di vita. Buon dilettante, con significative vittorie e pure un segmento azzurro. Purtroppo tagliato per quella "Cento chilometri a squadre", che ha dato tanti onori agli italiani, ma è pure stata la più evidente delle discipline atte a sfasciare corridori (per chi scrive, nessun rimpianto sulla sua sparizione...). In questa specialità, Silvano Davo vinse con Bonomi, Gaetti e Re la Coppa Adriana nel 1963 e con Crepaldi, Cumino e Pella, il Trofeo delle Regioni nel 1968. A livello di corse in linea va ricordato il successo di Davo nella tappa di Sion al Giro della Valle d'Aosta del 1968. Il passaggio al professionismo avvenne nel 1969 in seno alla Ferretti guidata da Alfredo Martini, un sodalizio internazionale costituito, perlomeno nella componente italiana, quasi interamente su neopro. In quella squadra tanto breve (solo 4 anni nei pro) quanto luminosa, diversi cercarono di mettersi in luce, ma non Davo, che si elesse sin da subito gregario-spalla: in quella stagione d'esordio, a favore dello svedese Gosta Pettersson. Silvano partecipò al Giro d'Italia, che chiuse al 62° posto. A fine anno, la Salvarani di Felice Gimondi gli offrì la possibilità di lavorare proprio per il corridore di Sedrina. Non fu un anno molto felice per il bresciano, che non partecipò né al Giro e né al Tour. Non così la stagione successiva, ed infatti Davo corse il Tour de France, chiudendolo 86esimo. Nel 1972, passò alla GBC, sodalizio che s'era rafforzato soprattutto in previsione dei GT. Silvano però, si ritirò sia alla Vuelta (che allora si correva fra la fine d'aprile e l'inizio di maggio) che al Giro d'Italia. A fine anno decise di smettere. Ma il suo rapporto col ciclismo continuò: divenne infatti massaggiatore e fisioterapista di sodalizi e campioni di grande spessore.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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