Storia di Dietrich Thurau

Sconcertante corridore al quale tutto pareva consentito e invece rimasto ben al di sotto delle enormi possibilità che le sue doti specifiche, il suo fisico e la sua classe gli avrebbero consentito. Infatti, pur avendo avuto grandi giornate, ha accusato incredibili vuoti che hanno fatto ritenere, più volte, finita la sua carriera. Ha corso molto anche su pista dove è riuscito a cogliere numerose affermazioni nelle Sei Giorni, a dispetto di un carattere ribelle e bizzarro che gli ha precluso una più assidua presenza nei palasport europei e un più consistente bottino. Campione del mondo nell'inseguimento a squadre dilettanti nel '74 a Montreal, l'anno dopo passa professionista con la Raleigh. La sua esplosione in campo internazionale avviene nel Tour del '77 nel quale, dopo essersi imposto nel cronoprologo a Fleurance, indossò la maglia gialla per quindici giorni consecutivi sfoggiando una condizione splendida, vincendo altre due tappe e due ancora dopo aver perso la maglia gialla a favore di Thevenet. La popolarità del bel "Didì" (che fu primo nella classifica dei giovani e in quella della combinata) fu enorme, specialmente in Germania dove la sua quotazione per qualsiasi prestazione sia in campo ciclistico che pubblicitario veniva pagata profumatamente: forse questa euforia gli fece perdere la testa e l'opportunità di costruirsi un palmares adeguato e persino di tentare di battere il record dell'ora (secondo Merckx il solo capace di farcela). Nonostante tutto in carriera ha vinto quasi 90 corse su strada, tra le quali spiccano il campionato tedesco '75 e '76, il Campionato di Zurigo '78, la Liegi-Bastogne-Liegi '79 e il Giro di Germania '79. Ha corso, ripetutamente, tutti i Giri nazionali di Francia, Belgio, Svizzera, Germania, Olanda, Spagna (4° nel '76) e d'Italia (5° nell'83 quando corse come spalla della maglia rosa Saronni). Tra i piazzamenti spiccano due posti d'onore ai mondiali nella prova su strada nel '77 (dietro Moser) e nel '79 (dietro Raas).
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