Cino Cinelli

Nato a Montespertoli il 9 febbraio 1916. deceduto a Montespertoli il 20 aprile 2001. Professionista dal 1937 al 1944, con 17 vittorie.
Cino Cinelli, è da considerarsi, oggettivamente, uno dei migliori corridori italiani degli anni di guerra, per le vittorie conquistate e per il ruolo di riferimento recitato. Veloce e più completo di quanto non possa far intendere il termine "passista veloce", ha vinto la Milano-Sanremo del '43 e il Giro di Lombardia del '38, sfruttando il suo irresistibile rush, che gli ha permesso di primeggiare più volte al cospetto di temibili avversari, quali Leoni, Bini, Bizzi, Bartali, Servadei ecc. La scelta di tempo rappresentava la sua forza, ed allora, come non è mai superfluo ricordare, le volate erano interamente o quasi a carico dei pretendenti: non c'erano treni e, spesso, mancava anche il compagno disponibile a fare da "apripista" o "lanciatore".
Nelle corse a tappe, teneva bene, perché in salita non era così scarso e sapeva dosare quelle forze che gli servivano per le volate e per tenere decorose condotte complessive. Chiaramente non era un pretendente ai vertici, ma la sua intelligenza gli ha consentito di vincere corse adatte a scalatori o a corridori dotati di fibre rosse superiori alle sue. Passò professionista nel 1937, all'indomani del successo nel duro Giro dell'Appennino, una corsa aperta a dilettanti scelti, indipendenti e prof. Nel 1938, Cinelli era già un big. A dimostrarlo, le vittorie nelle tappe del Giro d'Italia che si concludevano a Roma e Ravenna (chiuse la "corsa rosa" in 12esima posizione), nella Coppa Bernocchi e, soprattutto, nel Giro di Lombardia. L'anno successivo, vinse il Giro di Campania, la Coppa Carbone a Savona, il Giro della Provincia di Torno, la Spezia-Sanremo e al Giro d'Italia, che chiuse in nona posizione, vinse la tappa di Pisa. Tre successi nel 1940: il Trofeo Balbo, la Tre Valli Varesine e il Giro del Piemonte. L'anno successivo, col conflitto in essere e l'attività ovviamente risicata, vinse il Trofeo Rieti, finì 2°, sia nel Giro di Lombardia che in quello del Veneto e giunse 3° ai Campionati italiani, sia su strada che nell'inseguimento. Ancora una serie di piazzamenti nel '42 (i più importanti furono il 3° posto nel Giro dell'Emilia, ed il 2° nel Tricolori dell'inseguimento), ed un successo nel Criterium di Napoli. Nel 1943 tornò a ruggire con la vittoria nella Milano Sanremo a cui aggiunse il 3° posto nel Campionato italiano dell'inseguimento e il 6° nel Giro d'Italia di Guerra (a punti e mai omologato). La vittoria nella Milano-Campo dei Fiori a pari punti con Antonio Covolo, fu il suo "canto del cigno", perché pur non essendo ancora 30enne, prima della ripresa della piena attività dopo il conflitto, si ritirò dall'agonismo, ma non dall'amore che riservava verso la bicicletta. Cessata l'attività, infatti, si trasferì a Milano, dove seppe rigenerarsi come industriale del mezzo che gli aveva dato notorietà, distinguendosi per l'attenzione e l'innovazione. Contribuì poi, con evidenza e stima, alla nascita ed allo sviluppo dell'Associazione Corridori, di cui è stato pure Presidente.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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