Edward Vissers

Nato ad Anversa il 24 luglio 1912, deceduto ad Anversa il 2 aprile 1994. Passista scalatore. Professionista dal 1932 al 1942, con 16 vittorie.
Un corridore col potenziale del fuoriclasse che non riuscì ad esprimersi compiutamente a causa del secondo conflitto mondiale e per una serie di difficoltà che lo portarono tardi ai palcoscenici primari. Scalatore eccellente e con una forza di carattere enorme. Di umili origini, pur convivendo a lungo con le necessità di famiglia che non gli consentivano un adeguato programma gare, riuscì a passare presto al professionismo attraverso il "cuscinetto" degli indipendenti a venti anni, nel 1932, anno nel quale vinse i Campionati delle Fiandre della categoria e il GP Duffel. L'anno seguente, il primo fra i prof, corse pochissimo, ma seppe giungere 4° nella Liegi Bastogne Liegi. Di fatto fu la stagione '34, la prima nella quale svolse un'attività più adeguata al suo talento, tra l'altro con qualche capatina all'estero. Vinse il GP di Oostende, ed i criterium di Aarschot, Herve e di Hoboken, a cui aggiunse diversi piazzamenti. Nel '35, tornò di nuovo ad un'attività ridotta: vinse i Campionati di Anversa, il GP Kontich ed il Criterium di Anversa, giunse 2° nel GP de l'Escaut e 7° nella Liegi Bastogne Liegi. L'anno seguente, senza mai giungere alle partecipazioni di molti, gli fu possibile raggiungere lo start della sua prima corsa a tappe di una certa consistenza: il Tour de Suisse. Qui vinse a La Chaux de Fonds e sul resto della stagione trionfò da par suo a Tongeren, Wilrijk e a Berna, città sede dei Mondiali per i quali la Federazione belga lo selezionò e nei quali chiuse 6°. L'Alcyon lo notò e l'accasò. Per Edward, con l'ingaggio che una simile formazione garantiva, fu come rinascere. Nel '37 partecipò al suo primo Tour e fu subito protagonista. Sempre tra i più forti in montagna (passò primo sul Vars) e ben posizionato in classifica andò a vincere di prepotenza l'ultima tappa, la Caen-Parigi di 234 km. Finì il Tour 6°. Dopo questa esperienza positiva, l'anno seguente si ripresentò e migliorò, finendo 4°, dopo aver dato non poco filo da torcere al campione Gino Bartali in salita. Non vinse tappe ma si piazzò tanto. Arrivò poi 5° ai Mondiali, 7° alla Liegi Bastogne Liegi e 9° al "Fiandre". In gran crescita nel '39 si piazzò 3° sia al "Fiandre" che alla "Doyenne" dopo aver trionfato nella Parigi-Belfort. In seguito, al Tour s'impose nel tappone pirenaico Pau-Tolosa di 311 km, entrando nella leggenda del pedale. Una vittoria colta al termine di una fuga solitaria di 200 km, nei quali superò le ascese di Aubisque, Aspin e Tourmalet. Chiuse poi la Grande Boucle, 5°. Arrivò la guerra proprio nel suo momento migliore, facendogli di fatto chiedere la carriera, anche se, nel '42, vinse il GP di Ingelmunster. Nel dopo, fu CT dei dilettanti belgi e divenne suocero di Frans Aerenhouts.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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