Lino Grassi

Nato a Cannuzzo di Cervia (Ravenna) il 23 settembre 1931. Passista scalatore, alto m. 1,80 per kg. 72. Professionista dal 1955 al 1960 senza ottenere vittorie. Ultimo di otto figli, tardò assai a seguire le orme ciclistiche non positive di due fratelli maggiori. Già avviato al lavoro da tempo, fu proprio per raggiungere la sua occupazione in quel di Cervia, che si accorse di essere meglio dei più sul mezzo. Senza far sapere nulla alla famiglia, già diciannovenne, si schierò ad una gara di "liberi" a San Zaccaria e la vinse. Per il compaesano, nonché gloria ciclistica romagnola Elio Maldini, che credeva ciecamente in lui, fu un gioco da ragazzi convincerlo a provare fra i dilettanti. Così, sul fare dei 20 anni, nel '51, Lino esordì fra i puri, aprendo un lustro di successi e prestigio nazionale ed internazionale. Atleta longilineo, resistente, adatto ai percorsi aspri,dove inevitabilmente emergevano le sue doti sul passo e in salita, Grassi, in quegli anni, collezionò decine di successi, almeno una ventina di gran valore, ed un ruolo protagonista azzurro al Giro di Germania, ai Giochi del Mediterraneo e ai Campionati Mondiali di Frascati. Nella corsa iridata del '55, come già ai Tricolori del medesimo anno, fu battuto in volata dal compagno di fuga, ma uscì in entrambe le occasioni come vincitore morale. Pochi giorni dopo Frascati, fu contattato dalla "Legnano" e passò professionista in tempo per esordire al Giro di Lombardia, che concluse in gruppo. Da prof però, un po' per sfortuna e un po' perché forse s'era spremuto troppo prima, le cose non andarono come voleva e come gli sportivi romagnoli auspicavano. Vinse il Giro del Santerno (che però non gli venne riconosciuto a causa di un irregolare cambio di ruota) e fu autore di un discreto numero di piazzamenti, ma non provò mai la gioia di una vittoria. Nel '56 finì 3° nella Coppa Sabatini, nel GP Courrier Picard e nel GP di Amiens in Francia, chiuse 7° nella Sassari Cagliari e nella Tre valli Varesine, 8° nel Giro di Toscana. Nel '57 chiuse 28° il Giro d'Italia, fu 7° nel Giro di Campania, 10° nel GP di Prato e nel Giro di Reggio Calabria. Nel '58 s'accasò alla Torpado, squadra nella quale militò fino al ritiro nella primavera del 1960. In quel lasso, anche a causa di una grave caduta che gli pregiudicò gran parte della stagione '59, fu assai discontinuo e si segnalò solo per un bel 4° posto al Giro dell'Appennino '59.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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