Nino Borsari

Nato a Cavezzo (Modena) il 4 dicembre 1911, deceduto a Carlton (Australia) il 31 marzo 1996. Passista veloce e pistard. Professionista dal 1934 al '39 e 1948, con una vittoria su strada, ed oltre cento su pista. Grande passista fin da subito, ed amante dei velodromi, vinse nel 1919 il Titolo Italiano giovanile nel mezzofondo e si determinò negli anni successivi, fra i dilettanti, come uno dal passo strepitoso. Selezionato per le Olimpiadi di Los Angeles '32, assieme a Cimatti, Ghilardi e Pedretti, conquistò la Medaglia d'Oro nell'inseguimento a squadre. L'eco delle sue imprese, spinse gli abitanti di Cavezzo, a costruire nella località un velodromo, affinché potesse allenarsi al meglio. Nel '34 passò professionista, continuando nel trend dell'ultimo anno da "puro", che l'aveva visto correre ovunque, specie all'estero, nelle manifestazioni su pista. Su strada Borsari non ebbe altrettanta fortuna, gareggiò pochissimo e non riuscì mai ad emergere, limitandosi ad ottenere soltanto qualche piazzamento nella Milano-Modena, ed a vincere, nel 1935, il Circuito Emiliano-Lombardo, che si teneva a Reggio Emilia. Protagonista, invece, lo fu sugli anelli mondiali, specie in quelli statunitensi ed australiani. In quelle gare in parte competitive ed in parte esibizioni divenne un idolo. Negli Stati Uniti corse spesso al Madison Square Garden, mentre in Australia, dove veniva chiamato ogni inverno, s'aggiudicò fino al 1939, qualcosa come 113 gare su 133 disputate! Ma nel '39, dopo la stagione in Australia, mentre era a Sidney, in Europa scoppiò la Seconda Guerra Mondiale e capì che non poteva tornare subito. Si ingegnò per vivere senza corse e fare di quella terra, magari, il suo futuro. Iniziò così a riparare biciclette, sistemandosi in un sottoscala, sfruttò l'amicizia con Hubert Opperman, una gloria ciclistica australiana che stava entrando in politica e, pian piano, emerse. Alla fine della Guerra, arrivò al commercio, importando le biciclette Bianchi. E per cementare il rapporto con la nota casa, tornò in Europa nel '48, gareggiando ancora su pista. Un lasso certo breve, ma significativo, ed al ritorno definitivo in Australia, costruì in Melbourne l'Emporio Borsari, ove si trovava di tutto: dalle bici, agli articoli sportivi, fino ai fucili da caccia, all'argenteria e alla gioielleria. Nino aiutò gli emigrati italiani, fino a divenire un riferimento. Senza mai abbandonare la bicicletta. Fino ai suoi ultimi giorni.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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