Pierino Favalli

Nato a Grumello (CR) il Primo maggio 1914. Deceduto a Cremona il 16 maggio 1986. Passista veloce. Professionista dal 1937 al 1946 con 23 vittorie.
Il fratello maggiore di Pierino Favalli aveva una bicicletta e qualche volta, alla domenica, cedeva alle insistenze del minore e gli permetteva di usarla. E Pierino, allora, si sfogava. Ebbro di felicità, il piccolo Favalli, pedalava come un forsennato mettendo in allarme i buoni villici di Grumello, ma destando pure un vivo interesse fra gli sportivi di quel poco più che villaggio. Ultimo di tre fratelli ed altrettante sorelle, suo padre morì in guerra e la famiglia si trovò ben presto a mal partito, proprio quando l'ultimo dei figli era ancora in tenerissima età. Vennero gli anni della scuola, ed a Pierino fu concesso di frequentare le elementari, poi dovette andare a lavorare quale garzone muratore. Ma la grande passione rimase, anzi s'ingigantì e, finalmente, nel 1931, incitato ed aiutato da molti, riuscì ad acquistare una bicicletta. Non era nuova e non era da corsa, ma tuttavia, per il giovanissimo Favalli era la realizzazione di un sogno che per tanti anni era ritornato ogni giorno. Quindi si tesserò presso la Soresinese e tentò la prima vera gara. Il suo debutto fu eloquente, perché riportò un'entusiasmante vittoria, battendo in volata ben 20 corridori. Poi vennero le altre. Nel 1933 tagliò 23 volte vittorioso il traguardo. Nel 1934 vinse la classica Caldirola, la Coppa Buttafochi ed a Verona, il Campionato italiano, battendo Gios, Lazzarini, Bini, Bartali, Cecchi ed altri ancora. Le cronache dell'epoca parlarono di "una volata di 50 corridori veramente memorabile. C'erano da compiere 10 giri di un circuito misurante 10 km e Favalli, per evitare di rimanere chiuso, partì in testa all'ultimo giro e vinse da campione". Negli anni successivi riportò nuovi successi con tinte internazionali: finì 7° alle Olimpiadi e 3° al Mondiale nel 1936. All'indomani della prova iridata, passò professionista con la Legnano, che aveva come capitano il già grande Gino Bartali. Pierino, nello scorcio di stagione coi prof, fece in tempo a giungere 12° nel Giro di Lombardia. Nel 1937, vinse la Coppa San Geo e il Trofeo di Bolzano, si piazzò secondo alla Milano Sanremo e colse un'infinità di piazzamenti nelle classiche nazionali e nelle tappe del Giro d'Italia. Abbastanza, per farne un riferimento del ciclismo italiano. Favalli corse fino al 1942 e collezionò un bel palmares, nel quale la sua vittoria nella Milano Sanremo del 1941, è senza dubbio la stella. Si piazzò, fra i tanti piazzamenti di prestigio, al secondo posto del Giro d'Italia di guerra, poi, il conflitto armato investì direttamente il territorio nazionale: due terzi d'Italia vennero invasi dai nazisti e tutte le corse ciclistiche furono sospese. E quando l'uragano passò, sulle strade ancora sconvolte dai bombardamenti, ritornarono i corridori ciclisti: i vecchi superstiti e le nuove leve. Ci provò anche Pierino Favalli a ritornare, ma non era più lui e si fermò subito.
Di seguito tutte le sue vittorie.
1937: Coppa San Geo, Trofeo di Bolzano. 1938: Milano-Torino, Giro di Romagna, Corsa a coppie di Milano con Bartali, GP Lucca. 1939: Milano-Torino, GP Stampa-Fiat a Torino in coppia con Bartali, Corsa a coppie di Milano (Trofeo Baracchi) con Bartali, Criterium di Lucerna, Circuito di Faenza. 1940: Torino-Genova, Tappa di Genova al Giro d'Italia; Milano-Torino, Corsa a coppie di Milano (Trofeo Baracchi) con Bartali, Circuito d'Alessandria. 1941: Milano-Sanremo. 1942: Giro della Campania, Giro del Veneto, Padova-Vicenza-Padova, Corsa a coppie di Milano (Trofeo Baracchi) con Bartali, Circuito di Firenze.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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