Stefano Gaggero

Nato a Fabbriche di Voltri (Genova) il 23 aprile 1927, deceduto ad Arenzano il 23 ottobre 2010. Passista. Professionista dal 1951 al 1961 con 5 vittorie. Un monumento fra i gregari che hanno sostenuto il Campionissimo Fausto Coppi, ed atleta coriaceo, compatto, stereotipo del gregario eccellente nelle corse di fatica. Un corridore che non ha vinto molto come ogni spalla del ciclismo di quei tempi, dove le giornate di libertà, in una stagione, si contavano, lautamente, sulle dita di una mano. Insomma una carriera al servizio di Coppi, senza pentimenti, anzi, con la gioia di uno che è vicino come fraterno amico di una leggenda.
Stefano Gaggero, iniziò a dar segni di tangibilità agonistica nell'Anpi di Fabbriche, per poi passare negli anni più maturi della categoria dilettanti, alla Fausto Coppi. In quegli anni vinse copiosamente. Fra i suoi successi il Trofeo Strazzi nel '48 e la Coppa Cotonificio a Varazze nel '49. Passò poi alla Boero e fra le altre vittorie, fece suo il Giro di Asti. A settembre del 1951, su richiesta specifica di Coppi, passò professionista nella Bianchi e lì si cementò il suo ruolo di spalla del Campionissimo, accanto al quale corse praticamente sempre. Con la squadra biancoceleste vinse la cronosquadre di Modena al Giro d'Italia del '53, successo bissato nella medesima prova l'anno dopo, stavolta a Palermo. Il primo successo individuale lo colse nel GP di Oviglio, nel '54 e per giungere alla sua migliore annata quali risultanze, bisogna salire al 1957, quando vinse in solitudine la tappa di Campobasso del Gran Premio Ciclomotoristico e la terza tappa, che si concludeva a Basilea, del Giro di Svizzera, chiuso poi al 14° posto. In carriera raccolse pure dei buoni piazzamenti, come il 2° posto nella Sassari Cagliari '54; il 3° nel GP Belmonte Piceno e il 6° nella Genova Nizza nel '55; il 7° nel Campionato di Zurigo, il 9° nella Milano Torino, l'11° nel Giro delle Fiandre e nel Giro d'Italia nel 1956; il 6° nel Giro del Piemonte '57, ed il 9° nel Giro di Svizzera '60. Molto forte nelle giornate di tregenda e nelle corse dure con maltempo, come dimostrano le buone performance al "Fiandre", il gran lavoro per Coppi alla Roubaix e l'ottimo piazzamento colto al Giro d'Italia '56, costruito nella famosa tappa del Bondone. Chiusa la carriera agonistica nel '61, divenne camionista, professione che svolse fino alla pensione.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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