Walter Godefroot, un super asso

Nato a Gand (Belgio) il 2 luglio 1943. Passista veloce. Professionista dal 1965 al 1979 con 155 vittorie.
Dire che è stato un campione di grande spessore è scontato nell'onestà dei numeri, delle condotte e delle consistenze tecniche, sublimate su un contorno di grandi campioni e del sire più forte del ciclismo e, probabilmente, dell'intero sport: Eddy Merckx. A Walter Godefroot ci si deve inchinare per ragioni di conoscenza, intelligenza, senza usare la cancrena dell'ipocrisia o quel sovente siamese "bacchettonismo", che porta a malignare sui casi di doping nei quali il grande belga è finito, soprattutto dopo la fine della carriera, quando è divenuto direttore sportivo e manager di primissima evidenza e curriculum.
Dopo 131 successi colti nelle categorie giovanili, culminate nella Medaglia di Bronzo alle Olimpiadi di Tokyo nella prova su strada, Godefroot fu subito protagonista anche fra i professionisti. Tra l'altro, fu capace più di altri di battere Merckx, senza aspettare che il Cannibale lasciasse per strada qualcosa.
Walter lo ha sempre sfidato guardandolo in faccia, facendolo piangere senza che nel testa a testa, finissero interferenze di terzi. In particolare, nei Campionati del Belgio '65 e '72, nella Liegi-Bastogne-Liegi '67 e in una memorabile Parigi-Roubaix nel '69, nella quale, sfoggiando un temperamento superiore, non aspettò lo sprint per farsi valere, ma si produsse in una entusiasmante fuga di una quarantina di chilometri. Specialista delle corse di un giorno, non ha però fatto la comparsa nelle grandi corse a tappe: basti citare la conquista della Maglia Verde della Classifica a punti al Tour de France (1970), la grande corsa nella quale è stato il primo (1975) a vincere sull'ormai classico finale dei Champs-Élysées.
In sintesi il suo palmares eccezionale, riporta pure altre grandiose affermazioni, come l'accoppiata nella più prestigiosa delle classiche belghe, il Giro delle Fiandre, ottenuta a distanza di dieci anni (nel '68 e nel '78), come la Bordeaux-Parigi nel '69 e nel '76, il Campionato di Zurigo nel '70 e nel '74, il G.P. della Schelda '69, l'Henninger Turm '74, la Quattro Giorni di Dunkerque '74, il Giro di Reggio Calabria '70 e innumerevoli semiclassiche belghe (in particolare nella Attraverso il Belgio vinta nel '66, quando costrinse Merckx a svolgere una volata scorretta e nel '68). Razziatore di vittorie di tappa: 10 ottenute nel Tour de France, 1 al Giro d'Italia, 4 del Belgio, 3 della Svizzera, 2 di Spagna e 3 dell'Andalusia.
A giudizio di chi scrive, Godefroot, in una classifica all time, non sta dietro ai vari Gilbert, Cancellara e Boonen, ovvero i più forti corridori di oggi nelle classiche.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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