Antonio Bailetti

Nato il 29 settembre 1937 a Bosco di Nanto (VI). Alto 1,82 m. per 78 kg. Passista veloce. E' stato professionista dal 1961al 1969 con 17 vittorie. Atleta alto e possente, con una spiccata sensibilità verso il ritmo. Ne usciva una potenza di pedalata che lo portò ben presto, quando militava fra i dilettanti, a fungere da treno della cronosquadre. Proprio col quartetto della 100 chilometri, dominò la gara olimpica ai Giochi di Roma nel 1960 (gli altri erano Cogliati, Fornoni e Trapè). Corridore coriaceo, con la velocità nel sangue fin dalle categorie minori, seppe divenire velocista, in virtù di progressioni che facevano maledire le pedivelle. Un dilettante di pregio dunque, ed un professionista, dal 1961, che per un lustro recitò un ruolo di grande evidenza, in sincronia con ciò che aveva fatto vedere da puro. Il suo esordio nella massima categoria fu davvero col botto. In poche settimane vinse la tappa di Sassari al Giro di Sardegna, quindi la frazione di Caserta al Gran Premio Ciclomotoristico, il Circuito di Nyon, la tappa di Campobasso nella "Tre Giorni del Sud" e il Circuito di Turbigo. Ancor più importante il suo 1962, vissuto sui successi in due tappe al Giro di Sardegna, nella Nizza-Genova, nella frazione di Perugia al Giro d'Italia, in quella di Bordeaux al Tour de France, quindi, sempre in terra francese, i trionfi nei Criterium di Haurs e Chiarite sur Loire. Tutto questo gli valse l'azzurro ai mondiali di Salò, dove chiuse al 33° posto. Anche il '63 confermò la sua firma al Giro e al Tour, in quanto vinse le tappe di Milano e Rennes. L'anno successivo, ancora un sigillo in Sardegna, a quei tempi corsa a tappe d'apertura di stagione. Nel '65, continuò ad animare diversi arrivi, ma il successo lo colse solo alla Ronda di Monaco. Il suo canto del cigno, anche se nel momento in cui si consumò era ben lungi dall'apparire come possibile, si determinò con la vittoria nel Trofeo Laigueglia '66, classica iniziale per eccellenza del calendario italiano. Continuò a correre fino al '69, quando, cimentandosi sulla pista del Vigorelli di Milano, fu vittima di una rovinosa caduta, che pose fine ad una carriera già al lumicino da tempo. Paolo, un nipote di Tony, come è ancor oggi chiamato da tutti Antonio, è stato un corridore professionista nel nuovo millennio.
Articolo inviato da: Maurizio Ricci (Morris)
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