Addio a Giovanni Cordioli, una vita in sella alla bicicletta

tratto da l'Arena.it (30 giugno 2014)


Addio a Giovanni Cordioli, una vita in sella alla bicicletta

Per due volte vinse la Vicenza-Bionde. Portò a casa il trofeo della prima edizione del Palio del Recioto. L'impegno nella Pro Loco

Una settimana di agonia in terapia intensiva al Confortini di Borgo Trento. Una settimana da quella maledetta caduta che ha portato Giovanni Cordioli, 75 anni, ex campione di ciclismo di Custoza in un letto di ospedale, incosciente, con la seconda vertebra cervicale fratturata. Tenuto in coma farmacologico.
Cordioli è spirato ieri mattina verso le 12.30 per colpa di quella caduta sulla bici da corsa. Sabato i suoi familiari e gli amici di tante pedalate erano stati ancora una volta a fargli visita. Anche ieri mattina i familiari erano da lui. I medici non avevano dato grandi speranze che l'uomo ce la potesse fare. Il rischio era che restasse tetra o paraplegico. Inoltre, nonostante gli amici lo avessero rianimato subito, per un po' al suo cervello non era arrivato ossigeno. E questa anossia aveva creato ulteriori conseguenze.
La vita di Cordioli era sempre stata in sella a una bicicletta. E la sua morte, a causa di una caduta in bicicletta, ha chiuso quel ciclo che lo aveva portato ai massimi risultati. Il 3 aprile 1961 cominciava la storia del Palio del Recioto e Giovanni Cordioli fu il primo vincitore della corsa diventata negli anni la più importante del calendario veronese, una delle più prestigiose a livello internazionale.
«La strada che portava in cima alla Masua era bianca e così anche quella che da Negrar portava a Prun: qui ero rimasto un po' staccato, ma avevo ripreso il gruppetto di sette-otto fuggitivi a San Floriano. Poi cominciavano cinque giri con dentro la salita della Masua; al primo ho staccato tutti e sono arrivato da solo», aveva detto Cordioli nel 2011 in occasione di una serata di ricordi che aveva messo insieme le glorie nostrane delle due ruote.
Cordioli all'epoca era già «un corridore vincente, sia allo sprint che per distacco, bravo su tutti i terreni», tanto da essere, con i soli Renato Giusti e Arduino Clementi, capace di vincere per due volte la Vicenza-Bionde, l'altra grande classica del nostro ciclismo, «in volata su due avversari che mi avevano raggiunto al suono della campana nel 1962, e su tutto il gruppo nel 1963».
Poi non era più salito in sella fino al 2010 quando riprese alla grande con il gruppo di amici, quelli che diventarono una presenza stabile in quei giorni di pedalate. E c'erano anche domenica scorsa quando alla rotonda di Lazise, per evitare alcuni podisti che erano saltati in strada all'improvviso, Cordioli, temendo di investirli aveva inchiodato finendo a terra, sbattendo la testa sull'asfalto. Da allora nessun segnale di ripresa. A tradirlo era stata proprio la sua amica più fidata.
Il funerale dell'uomo, che a Custoza era molto conosciuto anche per il suo impegno nel volontariato, nella locale Pro Loco, non sono ancora stati fissati. Potrebbero essere domani o dopodomani nella parrocchiale di Custoza.
«Non è ancora stato fissato il funerale», ha detto Stefano Cordioli, amico della vittima, che era con lui il giorno dell'incidente, e che per un soffio era riuscito a evitare i podisti senza cadere, «abbiamo sperato fino in fondo che ci fosse una ripresa anche se sapevamo che la situazione era disperata. Ci mancherà».

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