Storia di Stefano Garzelli

Nato a Varese il 16 luglio 1973 Stefano ha cominciato a correre all'età di 10 anni per la Polisportiva Besanese. Ha corso con la stessa maglia fino al 2° anno da allievo quando é passato al Pedale Sommese, società seguita dal Presidente Chirichetti e dal ds Enrico Turri. Il 2° anno da allievo, tra le varie corse vinte spicca la Como-Ghisallo, classicissima di fine stagione. ll primo anno da Juniores Stefano corse senza l'appoggio di nessun compagno in quanto decise di fare un anno di transizione correndo sempre con il Pedale Sommese che pero', quell'anno, non allestì una squadra in quella categoria: riuscì comunque a vincere una corsa... Il secondo anno da Juniores passo' alla corte di Passuello, ex professionista e Ds della Besnatese Rollmar Ambrosio. La prima vittoria di quell'anno fu il campionato provinciale che si svolgeva con il classico arrivo sul Brinzio, salita rinomata nel Varesotto: qui regolò in volata un gruppetto di 4 fuggitivi tra cui Cristiano Frattini, anch'egli divenuto professionista, dimostrando già allora di essere un buon scalatore oltre che molto veloce. Vennero poi altri successi tra cui la Cirié-Pian della Mussa, altra classica per scalatori; ma uno degli eventi importanti della stagione fu il capire che forse il suo futuro stava nelle corse a tappe; infatti quell'anno Stefano svolse la sua prima corsa di quel tipo, il Giro della Basilicata, dominato dai russi con al 2° posto della classifica finale Dario Frigo, ma Stefano concluse in crescendo; questo poteva essere un segnale importante. E' il 1992 e ci si appresta al passaggio tra i dilettanti: la società é la Polisportiva Coop Corsico e il ds Lazzati; come compagni di squadra trovoò Andrea Paluan, Daniele Nardello oltre al neo campione Italiano 1° serie Roberto Giucolsi. Quell'anno non arrivarono vittorie, ma subito Stefano dimostrò di avere le qualità per poter emergere: bisognava solo avere pazienza... infatti una delle corse dove si comportò meglio fu ancora una volta l'unico Giro che corse quell'anno: il Giro della Valle d'Aosta con vincitore, o meglio dominatore con la sua Prodet, Gilberto Simoni; Stefano arrivò 19° in classifica finale, uno dei migliori giovani e considerando che le squadre erano oltre 20 significò molto, sicuramente un altro segnale importante. L'anno successivo la Coop Corsico chiuse i battenti e si decise di emigrare, dopo aver valutato attentamente il tutto, insieme ad alcuni compagni tra cui Nardello e Paluan, alla Brunero Bongioanni; qui due anni vissuti con entusiasmo, tanta voglia di imparare e buoni risultati: alcune vittorie ed un'infinità di piazzamenti. La svolta definitiva avviene il 4° anno: era il 1995 e la decisione fu quella di emigrare a Brescia e più precisamente alla Resine Ragnoli diretta da Pierino Gavazzi e Petruzzi: come sempre ha dichiarato, qui Stefano ha imparato a fare il corridore, a gestirsi, a lavorare ancora più seriamente; dopo un'inizio travagliato, a seguito di un infortunio al ginocchio, Stefano fece la sua prima corsa dell'anno il 2 aprile e dopo 15 giorni, alla Bologna-Passo della Raticosa arrivò 4°; la prima vittoria fu la Villa d'Almé-Sedrina il 21 maggio con la scalata del Selvino ed arrivo in cima ad uno strappo di 500 mt al 15%: si presentarono in 7 all'arrivo e con uno scatto violento vinse con un notevole margine, mentre l'ultima fu a Pistoia il 17 settembre, corsa durissima con varie salite da scalare, arrivo di 5 corridori e ancora una volta grande volata e vittoria a braccia alzate: in mezzo tanti piazzamenti importanti e altre vittorie. E' il 1996, Stefano ha 22 anni, va per i 23 e, a seguito dell'introduzione della categoria Under 23, determinate corse non possono piu' essere disputate; quell'anno l'obiettivo sarebbe stato poter disputare il Giro d'Italia dilettanti ma purtroppo non fu possibile e, di conseguenza, si concentrò su altre corse; essendo al 5° anno decise, d'accordo con Gavazzi, per un programma di qualità svolgendo varie corse open come il Giro della Bergamasca, oggi Settimana Lombarda, Gp CastelFidardo ect; il risultato fu tanta esperienza e buoni piazzamenti anche se il passo dei professionisti in quelle corse era notevolmente superiore ai dilettanti, soprattutto in salita; la prima vittoria arrivò solo in luglio a Bolbeno in Trentino. La seconda parte della stagione é impostata sul Giro della Valle d'Aosta: questa volta si vuole fare sul serio e vedere quali sono i reali limiti di Stefano: risultato un 5° posto in classifica finale e sempre nei primi in tutte le tappe. Nel finale di stagione, dopo altri piazzamenti, arriva la vittoria piu' importante tra i dilettanti: il Piccolo Giro di Lombardia. Era sabato 12 ottobre 1996 e questa vittoria fece probabilmente decidere a Martinelli, che da tempo era in contatto con Gavazzi, di dare una possibilità a quel ragazzo che vinceva poco ma arrivava tutto l'anno nei primi... e cosi, dopo aver vinto il martedi successivo la Sacile-Col Alt, Stefano si trovò il 17 ottobre in un'autogrill sulla Milano Varese con Martino e li firmo' il suo primo contratto da professionista: fu una grande soddisfazione raggiungere quello che era l'obiettivo che negli ultimi anni si era prefissato ma che, al tempo stesso, diventava il punto di partenza di una nuova vita professionale.
Nel 1997 cominciarono cosi i primi ritiri, la conoscenza con i nuovi compagni e subito l'affidamento al Grande Vecchio della squadra: Massimo Podenzana con il quale ha diviso per 4 anni gioie e dolori e dal quale il "Giovane", come era soprannominato Stefano alla Mercatone Uno, ha potuto apprendere tante cose utili riguardante il mondo dei professionisti. La prima corsa di quell'anno fu il Laigueglia, classica di inizio stagione, e chiaramente non mancarono le difficoltà di ambientamento che però furono meno del previsto. Infatti alla 4° corsa, Giro dell'Etna, Stefano arrivò con i primi piazzandosi 12°: da quel momento la confidenza con il mondo dei professionisti migliorò di corsa in corsa e, a 15 giorni dall'inizio del Giro d'Italia, dopo aver disputato una buona Liegi e un'ottimo Gp di Gippingen, gli fu comunicata la sua iscrizione alla corsa rosa: obiettivo aiutare Pantani in salita e fare esperienza.
La svolta avviene durante l'ottava tappa la Mondragone-Cava dei Tirreni: durante la discesa del Chiunzi un gatto attraversa la strada ai corridori facendo cadere, tra gli altri, Marco Pantani; Stefano insieme ai suoi compagni si fermarono ad attenderlo, ma purtroppo la botta riportata alla coscia dal campione romagnolo risultò piuttosto importante e lo costrinse, oltre a perdere vari minuti, al successivo ritiro. Da quel momento, Stefano é libero di fare la sua corsa. Pian piano comincia a risalire la classifica, ma l'importante in un grande Giro é andare forte l'ultima settimana; alla 14° tappa, la Racconigi-Cervinia Gotti strappa la maglia a Tonkov e Stefano arriva terzo risalendo varie posizioni in classifica; da qui a Milano una continua escalation fino a raggiungere la 9° posizione nella classifica finale - sarebbe stata un'altra la posizione senza i minuti persi nella tappa di Cava dei Tirreni - e il ritorno a casa con la consapevolezza che il suo futuro professionale era nelle corse a tappe. Infatti anche al Giro di Svizzera il comportamento é ottimo: sempre tra i migliori negli arrivi in salita, secondo nel tappone di Kandergen dietro ad Ullrich, riesce a concludere il Giro in 8° posizione ed a vincere la classifica finale quale miglior scalatore: al primo anno tra i professionisti sicuramente una stagione esaltante.
L'obiettivo di Stefano nel 1998 é riconfemarsi al Giro d'Italia e cercare di vincere qualche corsa; inizio di stagione sempre positivo con vari piazzamenti ma, a pochi giorni dall'inizio del Giro, un'attacco influenzale lo debilita e cosi parte per la corsa rosa con una condizione molto approssimativa; dopo i primi 15 giorni la condizione comincia a migliorare, arrivano i tapponi dolomitici; dopo la cronometro di Trieste dominata da Zulle, Pantani mette la maglia nell'arrivo di Selva Gardena con Guerini vincitore di tappa e Stefano 8°. Nell'ultima tappa di montagna, con arrivo a Montecampione, Stefano cade nella discesa del Crocedomini riportando un profondo taglio al mento e andando definitivamente fuori classifica: pero' la condizione é buona e tra 10 giorni comincia il Giro di Svizzera. La sera dei festeggiamenti per la vittoria di Pantani nella corsa rosa, Martinelli disse a Stefano che, secondo lui, poteva correre per vincerlo quel Giro di Svizzera anche se la concorrenza era agguerrita; infatti tra i partecipanti c'erano Ullrich, Jalabert, Casagrande, Riis etc. In quell'edizione del Tour de Suisse, Stefano non usci praticamente mai dai primi 10 di tappa, arrivando 4° nel primo arrivo in salita, 3° in volata a Varese e vincendo i 2 tapponi alpini con arrivo a Lenzeraide: domenica 22 giugno indossa per la prima volta nella sua carriera la maglia di leader in una corsa a tappe e la porterà fino a Berna, traguardo finale; vince, inoltre, la classifica a punti e la combinata: un giro dominato.
Nel 1999 si decide di cambiare preparazione in quanto alla Mercatone vogliono cercare di essere competitivi anche su altri fronti e, d'accordo con i tecnici, si parte forte. Subito arrivano buoni risultati con il 3° posto nella classifica finale della Tirreno Adriatico, ed il 4° in volata alla Milano-San Remo: Stefano é si uno scalatore ma é anche molto veloce. Infatti quell'anno vince in volata prima il Giro della Navarra-GP Miguel Indurain e poi la 4° tappa al Giro dei Paesi Baschi. Durante la preparazione al Giro un infortunio al ginocchio destro lo costringe al ritiro al Romandia ed a riprendere la bicicletta solo 3 giorni prima dell'inizio della corsa rosa; la conseguenza é che Stefano si stacca anche sulle salite meno impegnative quando davanti ci sono ancora 60 corridori; il morale é a terra e, mentre Pantani si accinge a vincere il suo secondo Giro d'Italia consecutivo, avviene il fattaccio di Madonna di Campiglio, con il ritiro di tutta la squadra. Si va al Tour de France per fare esperienza, è alla prima partecipazione, e dopo i primi 10 giorni corsi bene, viene a galla la stanchezza di un'annata forse troppo lunga e fatta di troppe corse; nonostante un finale abbastanza anonimo (32° ad oltre 1h di ritardo), Stefano rientra in Italia soddisfatto. Alla fine della stagione agonistica 1999 e dopo aver riposato da agosto in poi, Stefano decide per il 2000 di puntare tutto sul Giro d'Italia; si prepara in modo oculato per raggiungere l'obiettivo e comunque per arrivare al meglio della forma nel periodo designato; tutte le corse vengono affrontate come test per verificare l'evoluzione dello stato di forma cosi come le salite classiche affrontate da Stefano in allenamento.
Anno 2000: dopo aver corso solo il Murcia, gara d'esordio, nella Milano-Sanremo, classicissima di Coppa del Mondo, Stefano, sempre in volata, giunge 7°; nella Settimana Bergamasca, disputata al posto delle corse del Nord, ottiene la prima vittoria della stagione, si capisce che la condizione é al punto giusto e, dopo aver disputato il Trentino in appoggio a Borgheresi, decide di recuperare in vista del Giro d'Italia.
Al Giro d'Italia Casagrande parte forte e fa un numero da campione durante la tappa con arrivo all'Abetone; ma da li in poi decide di controllare la corsa.
L'arrivo di Pratonevoso suggella la prima vittoria di Stefano in una tappa del Giro d'Italia e, soprattutto, la conferma che la condizione é ancora ottima. Si arriva cosi alla cronometro del Sestriere nella quale Casagrande non è al massimo e crolla; Stefano vince il suo primo Giro.
Dopo il Giro d'Italia Stefano disputa il Tour de Suisse, corsa che lo ha rivelato al grande pubblico, cerca di bissare il successo del 1998 ma una crisi alla 3° tappa lo taglia fuori dalla classifica finale. Vince comunque la tappa regina con arrivo a La Punt. Il 2000 agonistico finisce praticamente qui; infatti ad agosto, dopo il Tour de France non disputato, Stefano riprende a gareggiare ma prima una caduta e poi un'irritazione al soprasella lo costringono ad abbondonare ulteriori sogni di gloria per il 2000...arrivederci al 2001 con la maglia della Mapei
Il 2001 è per Stefano l'anno della svolta e decide, dopo aver vinto il Giro d'Italia, di lasciare la Mercatone Uno e Pantani per poter cosi camminare da solo ed assumersi quelle responsabilità che un atleta come lui deve essere in grado di fare. Restare alla Mercatone Uno avrebbe significato dover rinunciare in partenza a certi obiettivi e questo non sarebbe stato giusto.
Tante squadre lo vogliono, ma tra tutte Stefano, ha optato per la numero 1 al mondo ovvero la Mapei Quick Step di patron Squinzi, un vero appassionato di ciclismo oltre che un grande imprenditore. L'obiettivo principale della stagione rimane il Giro d'Italia, ben consapevole che pochi corridori hanno vinto due edizioni di fila. L'avvicinamento al Giro prosegue, senza particolari intoppi, attraverso il calendario spagnolo ovvero Catalana e Paesi Baschi: qui Stefano ottiene la prima vittoria in maglia Mapei. Si arriva cosi al Giro d'Italia, una grande emozione indossare la maglia rosa al prologo, considerando anche che nel 2000 per solo 1 tappa Stefano ha avuto questo onore (era pero' quella che contava piu' di tutte); i migliori arrivavano tutti racchiusi in pochi secondi e si capì subito che un primo scossone alla classifica poteva venire dalla quarta tappa con arrivo a Montevergine; Invece la prima tappa riservava già delle sorprese in quanto a seguito della pioggia caduta l'asfalto reso cosi viscido provocava diverse cadute, tra le quali quella di Stefano con Casagrande; il toscano ne esce con un braccio rotto e sfuma cosi il duello che ha caratterizzato la precedente edizione. Nell'arrivo di Montevergine Stefano si classificava terzo alle spalle di Di luca e Simoni e proprio quest'ultimo sembra essere l'avversario piu' pericoloso. Quando Stefano capisce di essere al top della condizione, la sfortuna è dietro l'angolo; infatti nei giorni successivi viene colpito da un violento attacco influenzale che lo costringe al ritiro alla fine della dodicesima tappa; Simoni ha il via libera. Stefano passa una settimana a letto per la forte bronchite, e cosi l'obiettivo si sposta sul Tour de France, attraverso il Tour de Suisse dove vince la tappa regina. Al Tour Stefano subisce molto le Alpi, ma "l'allenamento" svolto sulle Alpi viene buono per i Pirenei dove Stefano ottiene ottimi piazzamenti che lo portano al 10° posto in classifica; una serie di fughe di uomini fuori classifica lo fanno scendere però al 13° posto della classifica finale del 98° Tour de France. La stagione finisce praticamente qui.
Nel 2002 Stefano è intenzionato più che mai a rivincere il Giro d'Italia e per questo decide di lavorare tutto l'inverno al caldo per evitare la possibilità di nuovi problemi respiratori. Il debutto avviene in Spagna poi in primavera disputa una delle più belle corse della sua carriera, la Liegi-Bastone-Liegi, gara di Coppa del Mondo. A 60 km dal traguardo attacca sulla Cote de Vauche e porta con se un gruppetto di altri 9 uomini, tra cui Paolo Bettini, suo compagno di squadra e leader per le gare di CDM. Stefano tira su tutte le salite, sulla Redoute fa un grande numero tenendo a debita distanza gli inseguitori capeggiati da Lance Armstrong. Si arriva cosi alla penultima Cote la salita degli italiani: Stefano attacca deciso, quando Bettini vede che nessuno riesce a rispondere lo fa lui di persona ed il tandem della Mapei si invola tutto solo; a 300 mt dal traguardo una stretta di mano sancisce la splendida giornata, ma è volata vera e Bettini, più veloce e fresco di Stefano, ha la meglio. Tra 3 settimane sullo stesso traguardo è posto l'arrivo della seconda tappa del Giro d'Italia e Stefano da appuntamento a quel giorno per trasformare il secondo posto odierno in una vittoria. Ma la prima vittoria del 2002 arriva comunque in una gara prestigiosa come il GP di Camaiore dove batte in volata Figueras e un generoso Casagrande, anche lui in forma Giro d'Italia. Comincia il Giro, è il 11 di maggio ed alla prima tappa una caduta a 1500 mt dal traguardo taglia in due il gruppo, Stefano è davanti e cosi non perde tempo prezioso. Il giorno successivo si arriva a Liegi e Stefano, come promesso attacca sulle ultime cote e in volata brucia Francesco Casagrande. Stefano indossa anche la maglia, strappandola a Mario Cipollini. Per 2 giorni si corre tranquilli, in attesa della prima tappa italiana, la Fossano-Limone Piemonte di 155 km, tappa breve ma intensa con il Colletto del Moro e l'arrivo a Limone Piemonte, sede posta a 1400 mt di altezza. Qui Stefano si ripete, e dopo aver fatto l'andatura sul Colletto, dove solo Casagrande e Simoni riuscivano a reggere il ritmo imposto, con una volata da cineteca si imponeva anche sul primo traguardo di montagna, in maglia rosa, consolidando cosi la sua leader-ship. Era venerdi 17 maggio, un giorno che resterà per sempre vivo nella memoria di Stefano. Alla sera, sono le 21.30. il team manager della Mapei chiama Stefano ed il medico della squadra e subito si capisce che qualcosa non va; dopo 90 minuti interminabili Stefano esce dalla sala riunioni, guarda suo fratello Marco - che è anche il suo manager - e gli dice: "Smetto di correre"... è risultato non negativo al test antidoping effettuato dopo la vittoria di Liegi ad un diuretico, il Probenecid, che Stefano non ha mai assunto. La squadra cerca di capire cosa è successo e l'ipotesi più accreditata è quella di un inquinamento alimentare, ipotesi avanzata anche dal perito in un secondo momento. Per Stefano, in attesa delle controanalisi, sono giorni molto duri, alternati dalla voglia di tornare subito a casa, a quella di una fievole speranza, anche grazie al sostegno dei tifosi e dei compagni di squadra oltre che della dirigenza tutta. Martedì 21 maggio alle ore 19.55 il verdetto definitivo che conferma la positività: 20 nanogrammi (ovvero 20 milionesimi di milligrammo) sono stati riscontrati e la quantità cosi esigua, che non avrebbe potuto nascondere assolutamente nulla, bastano per far abbandonare a Stefano l'85° Giro d'Italia. Durante il processo, nonostante sia stata dimostrata la non volontarietà dell'assunzione, Stefano è stato condannato ad una squalifica di 11 mesi esclusivamente per responsabilità oggettiva: "Accetto la sentenza" - ha commentato Stefano - "ma ritornerò piu forte di prima"... e quel giorno arriva: il 23 aprile 2003 rientra alle corse con una nuova maglia quella della Vini-Caldirola; è la prima tappa del Giro del Trentino ed è subito vittoria.
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